San Carlo Borromeo tra gli appestati

dipinto,

Il protagonista del dipinto San Carlo Borromeo che con un grande bacile lava le piaghe ad un malato e' inginocchiato ed e' rappresentato in primo piano con una particolare intensita' ottica. Le tre figure vestite di nero sono gli assistenti del Cardinale e recano rispettivamente partendo da sinistra la mitra il pastorale ed un telo. Sullo sfondo l'artista nel descrivere le scene del lazzaretto, indugia sulle file dei letti sulla benedizione ai cadaveri e sull'immancabile "topos" del bimbo al petto della donna appestata. Il ritratto di San Carlo e' palesemente derivato da qualche modello lombardo (Il busto di Giovanni d'Enrico nella villa Borromeo di Senago). In alto fra due angeli appare la Madonna col Bambino in braccio. L'intera composizione e' resa come se si trattasse di una rappresentazione teatrale con l'uso del drappeggio a mo' di sipario che si apre per mostrare la scena. Dominano nel complesso i toni scuri se si accentuano il rosso acceso della veste del Santo e della Vergine nonche' il giallo ocra del panneggio del malato in primo piano

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • AMBITO CULTURALE Ambito Veneto
  • ATTRIBUZIONI Damini Pietro (attribuito)
  • LOCALIZZAZIONE Nervesa della Battaglia (TV)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La pala emerge nella storiografia soltanto nel 1932, quando il Moschetti la attribuisce per la prima volta al Damini. Il critico pero' propone per l'opera una datazione estrema che non ha alcun motivo di essere. Di maggiore interesse e' la notizia riportata da Agnoletti-Battistella i quali legano la nascita della pala al dono di alcune reliquie di San Carlo fatto dal nipote Federigo Borromeo al pievano Salluatio Grazia o Gratti, senese nel 1614.Si diede quindi opera ad un altare che ando' distrutto nella prima guerra mondiale. Ad ogni modo il palese intento celebrativo delle glorie del Santo rendono assai probabile per quest'ora una datazione agli anni immediatamente successivi al 1614. Questa datazione e' suffragata anche dal confronto stilistico. Restaurato in occasione del catalogo "Venezia e la peste 1348/1797" (Venezia 1979) lo stato di conservazione e' pertanto discreto. Poiche' il Moschetti (Moschetti 1932) dice che il quadro era imbullettato nel muro mentre ora l'opera si presenta applicata su un telaio e' certo eseguito probabilmente alla fine della seconda guerra mondiale. La tela mostra sulla sinistra un pezzo aggiunto largo una decina di centimetri (Probabilmente un inserto settecentesco). In questa occasione fu inserita anche l'ultima figura di assistente sulla sinistra (quello che regge la mitra).L'assistente che ora e' al centro regge una croce che poi fu trasformata in pastorale. La parte inferiore dell'opera per un'altezza di circa 15 cm. e' un'aggiunta recente. Il dipinto ha molto sofferto nel corso della sua storia al punto che spesso si intravede la trama della tela
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500230716
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Venezia (con esclusione della citta' di Venezia e dei Comuni della Gronda lagunare) Belluno Padova e Treviso
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici del Veneto
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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