La Croce adorata dalla Vergine e dai santi Rocco e Francesco. La Croce, Madonna, San Rocco, San Francesco, angeli reggicalice

dipinto 1600 - 1624

La pala, ignorata da tutte le fonti cittadine, e non computata nell’inventario ministeriale di Arslan, è inedita. Di misure più ridotte rispetto alle altre, potrebbe essere nata per l’altare di un’infermeria dell’Ospedale di San Francesco, seguendo il destino di una reliquia di San Rocco oggi depositata nella sacrestia di Santa Maria della Neve. L’assenza del Cristo che di solito è rappresentato crocifisso, ed anzi motiva la presenza degli angioletti che ne raccolgono il sangue, si spiega bene con la sistemazione di una scultura lignea mobile davanti all’altare

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • AMBITO CULTURALE Ambito Padovano
  • ATTRIBUZIONI (maniera)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Van Den Dyck Daniel
  • LOCALIZZAZIONE Azienda Ospedaliera di Padova
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nel 1859, nell’occasione di una visita pastorale, della chiesa giustinianea si dice:“Nella chiesa vi sono tre altari: l’altare maggiore intitolato Santa Maria ad Nives è privilegiato; il secondo la Beata Vergine della Carità trasferitovi dal Capitolo di questo nome esistente dirimpetto alla chiesa di San Francesco opera del XV secolo: il terzo il SS Crocifisso […]” (Visitationes, 1859, c. 125). Si giustifica in questo modo la presenza di San Francesco plorante a mani intrecciate sotto la croce. Il San Rocco, unica presenza del santo taumaturgo rilevata in questa rassegna, potrebbe giustificarsi in relazione alla peste del 1630- 1631. L’accentuata compostezza delle figure, l’insistenza su di uno schema compositivo ordinato in verticale, riconducono alla cultura dominante in città per impulso di Pietro Damini. L’addolorata velata si rapporta ben a figure analoghe nell’opera di Damini, come la Beata Giacoma nella tela a lei dedicata nella Basilica di Santa Giustina o la Vergine addolorata della Crocefissione del Santo. La particolare lucentezza dell’epidermide, tuttavia, porta a pensare che l’autore, ancora anonimo, si sia trovato a lavorare vicino al fiammingo Daniel Van den Dyck che nel 1647, proprio a San Francesco, dipingeva una serie di 19 lunette insieme ai pittori Giambattista Pellizzari e Giovanni Specchietti (Sesler 1983, pp. 138-139)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500091642
  • NUMERO D'INVENTARIO 47209
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Venezia (con esclusione della citta' di Venezia e dei Comuni della Gronda lagunare) Belluno Padova e Treviso
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Venezia (con esclusione della citta' di Venezia e dei Comuni della Gronda lagunare) Belluno Padova e Treviso
  • DATA DI COMPILAZIONE 1988
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2020
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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