L’agnizione del Conte d’Almaviva. scena tratta dal Barbiere di Siviglia

dipinto 1800 - 1824

Si tratta di due affreschi monocromi strappati, provenienti da Palazzo Treves de’ Bonfili. Entrambi rappresentano due momenti tratti da opere di Gioachino Rossini: il primo, dal Barbiere di Siviglia, raffigura verosimilmente la fine del primo atto, quando i vari personaggi rimangono esterrefatti nel vedere i gendarmi mettersi sull’attenti alla vista di quello che ritenevano un soldato ubriaco e si era appena rivelato invece quale conte d’Almaviva cammuffato. A restare stupito è in particolare don Bortolo (“Freddo ed immobile / come una statua / fiato non restami / da respirar”), che così viene additato e irriso da Figaro. Presente sulla sinistra si intravede don Basilio, maestro musica di Rosina, la quale invece si rivolge con aria complice allo stesso conte

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