Quattro persone, a mezzo busto, con un gatto. studio di figure
disegno
1500 - 1599
Lomazzo Giovan Paolo (maniera)
1538/ 1600
Animali: gatto. Figure femminili
- OGGETTO disegno
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MATERIA E TECNICA
carta bianca/ matita/ grafite
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MISURE
Altezza: 283 mm
Larghezza: 430 mm
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ATTRIBUZIONI
Lomazzo Giovan Paolo (maniera)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Gallerie dell'Accademia
- LOCALIZZAZIONE Gallerie dell'Accademia di Venezia
- INDIRIZZO Dorsoduro, 1050/ Campo de la Carità, Venezia (VE)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il disegno, attribuito in Inventario a ignoto ottocentesco, copia da Scuola lombardo-veneta o tedesca del sec. XVI, è difficilmente identificabile con uno degli studi di Michelino da Besozzo citati nel Sommario della vendita della collezione Bossi, al lotto 6, che sono forse anche quelli citati nell'Elenco Generale (1832c.) al Fascicolo VII, e da identificare piuttosto con gli studi del Taccuino degli animali. Secondo la scritta al verso, di mano di Giuseppe Bossi, mentre il De Pagave attribuiva questo disegno (o piuttosto il suo prototipo) a Leonardo, esso deve invece essere identificato con la composizione di Michelino da Besozzo così descritta da Giovan Paolo Lomazzo nel Trattato (1584, ed. R.P. Ciardi, Firenze 1974, vol. II, p. 35): "Michelino, vecchissimo pittore milanese già di centocinquanta anni, e principale di quei tempi in Italia, come fanno fede le opere sue, e gli animali d'ogni sorte ne' quali stupendissimo, fece già in dipintura una bizarria ridere, la quale va ancora attorno copiata, che veramente per esser bella è degna d'essere raccontata. Egli s'immaginò quattro villani che ridono insieme due maschi e due femmine, e finse il più vecchio tutto raso, il quale sta guardando d'ogni intorno e ridendo, come che goda oltre misura, che non si trovi uomo così malancolico e tristo, che non si muova a riso in rimirarlo; mentre che con la mano manca tocca lascivamente la villana che si tiene alla sinistra, la quale ha nel braccio un gatto che sembra anche egli d'allegrarsi dimenando la coda, e caccia la mano destra nelle calze al vecchio che ride, guardandolo nel volto e ridendo in atto di godere del tutto; e dietro a questa collocò l'altra villana, la quale ride un poco meno, ma in atto conveniente appunto ad una sua pari; e ciò perché gli sono alzati i panni dall'altro villano, e perché ella pone a lui la mano sinistra nelle calze, d'onde egli dirumpe in un grandissimo riso; talmente che pare che se ne oda quasi lo schiamazzo, mostrando tuttavia così smascellatamente i denti che gli si potrebbero sino ad un minimo annoverare. Ma quello che dà loro grandissima grazia son o certe berrette fatte all'antica, col resto delle vestimenta nella foggia che allora si usavano da villani, et ancora a nostri tempi sono usati da alcuni, ma non così ridicoli". Bert Meijer, che già nel 1972 aveva pubblicato una composizione simile esistente nel Musée des Beaux Arts di Angers, togliendola a Niccolò Frangipane e collegandola come copia, di artista lombardo, del quadro descritto dal Lomazzo, ha più recentemente (1975) edito altre varianti della stessa figurazione, due di ubicazione ignota, e una terza della Galleria dell'Accademia Ligustica di Belle Arti a Genova, che si aggiungono all'esemplare di Angers, e che egli considera di Scuola lombarda, sec. XVI (una ulteriore replica è stata sottratta dal Museo Civico di il 24 luglio 1974). Non v'è dubbio che anche il presente disegno debba considerato come facente parte di questo gruppo di opere, da una delle quali probabilmente deriva (esso è simile soprattutto al dipinto, di ubicazione ignota, pubblicato dal Meijer, 1975, fig. 3). Più difficile è credere, come sembra fare anche il Meijer, che di queste copie lombarde della composizione, ridotte a mezzo busto per motivi di decenza, potesse esistere davvero un prototipo di Michelino da Besozzo. Il carattere dei dipinti, e del disegno ad essi collegato, è infatti esplicitamente lombardo e con prestiti leonardeschi nelle morfologie faciali, come ha già notato il Meijer, e affinità con Vincenzo Campi, e il paragone più persuasivo ci sembra quello con l'Autoritratto del Lomazzo a Brera sia nel taglio delle immagini che nel modo "caricato" dell'espressione. Riteniamo pertanto di essere di fronte ad un gruppo di opere uscite dalla cerchia del Lomazzo stesso (il clima culturale dell'Accadernia della Valle di Blegno corrisponde alle motivazioni dei dipinti), e probabilmente derivanti da un suo originale (che può forse essere identificato con una delle opere oggi note, che non conosciamo direttamente); lo stesso Lomazzo, nel passo citato del Trattato, avrebbe quindi provveduto alla loro attribuzione a Michelino da Besozzo per i consueti fini di polemica antivasariana e di magnificazione dell'antica Scuola lombarda contrapposta alla toscana; infine, il disegno delle Gallerie dell'Accademia deve essere considerato copia antica (e non del secolo XIX) da uno dei dipinti, e forse anch'esso uscito dall"'entourage" lomaziano anche se è impossibile procedere ad ipote si pi approfondite sulla sua autografia per le precarie condizioni di leggibilità dovute alla foratura per lo spolvero, visibile soprattutto al verso
- TIPOLOGIA SCHEDA Disegni
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500070361
- NUMERO D'INVENTARIO 1205
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Gallerie dell'Accademia di Venezia
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza speciale per il Polo Museale Veneziano
- DATA DI COMPILAZIONE 1982
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- ISCRIZIONI al recto - J. N - Bossi Giuseppe - a penna -
- STEMMI Marchio - Lugt 2
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0