piastrella di pavimento, 1400 - 1499

Quadro di nove piastrelle da pavimento di varia forma e dimensioni, dipinte con motivi in azzurro cobalto intenso su fondo bianco smaltato. L'aperta alla centrale è quadrata e porta raffigurata diagonalmente un'aquila araldica coronata ad ali spiegate. Le quattro piastrelle laterali hanno forma esagonale (con i due lati maggiori molto più lunghi degli altri quattro ) e sono decorate con un cartiglio arrotolato alle estremità con la scritta JUSTINIANO, a lettere gotiche, tra fogli di felce e viticci. Infine, quattro piccole piastrelle triangolari con foglie e rameggi completano il quadrato, che costituisce un campione della serie che doveva ricoprire tutto pavimento della Sacrestia

  • OGGETTO piastrella di pavimento
  • MATERIA E TECNICA ceramica/ pittura
  • AMBITO CULTURALE Bottega Valenciana
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Giorgio Franchetti alla Ca' d'Oro
  • LOCALIZZAZIONE Ca' d'Oro
  • INDIRIZZO Cannaregio, 3932/ Calle Ca' d'Oro, Venezia (VE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La composizione dell'impasto, la tecnica maiolicata e il colore azzurro (non ancora introdotti a Venezia nel XV secolo), lo stile dell'ornamentazione e la raffigurazione dell'Aquila (simbolo della città di Valenza) fanno identificare la fabbrica di queste piastrelle in una delle varie botteghe di questa città o della vicina Manises. Il confronto con mattonelle analoghe per forma e decorazione rinvenute nella Spagna meridionale confermata tale ipotesi. Anche le fonti ci confermano che Venezia importava maioliche da Valenza: solo la Spagna, infatti, godeva di immunità dalle rigorose leggi protezionistiche esercitate dalla Serenissima nei confronti di tutti gli altri centri di produzione ceramica. Il pavimento della sacrestia di Sant'Elena (qui appartengono queste piastrelle) fu probabilmente fatto eseguire a Valenza dal figlio di Giovanni Giustinian, Francesco, in occasione della morte del padre, nel 1450, e da quel momento la cappella fu denominata col nome di questa nobile famiglia veneziana. Ricordato dalle fonti, il pavimento doveva essere già scarsamente leggibile alla metà del secolo XVIII, mentre ormai " distrutto " era considerato al tempo del Cicogna (1830 c.). La scomparsa del pavimento fu dovuta in gran parte al progressivo abbassamento bradisismico del terreno e all'accumulo di materiali vari e di terriccio causato dall'uso militare cui fu soggetta la Chiesa per oltre un secolo. Quando, nel 1926, la Chiesa di Sant' Elena subì un radicale restauro, furono rinvenuti i pavimenti quattrocenteschi, a trenta centimetri sotto il livello dell'isola; ma la loro importanza artistica venne del tutto ignorata, e solo per un caso fortuito otto anni dopo il riquadro di nove mattonelle fu offerto al Conton che dopo averne controllata la provenienza e l'autenticità lo comprò arricchendo la sua collezione con uno dei più notevoli documenti della presenza di ceramica spagnola a Venezia. Un altro riquadro dello stesso pavimento è pubblicato da M. GONZALES MARTI' in " Faenza ", 1948, numeri 4-6 pag. 91 e sgg., documentato da foto d'archivio del Museo Correr di Venezia, e allora appartenente alla collezione dell'ingegner Aldo Scolari. Una delle mattonelle con scritta JIUSTINIANO, conservata al Museo di Valenza, è oggetto di un articolo dello stesso attore in " Faenza ", 1961, pag. 106. Proviene dalla Chiesa di S.Elena a Venezia
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500029065
  • NUMERO D'INVENTARIO c.2000
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza speciale per il Polo Museale Veneziano
  • DATA DI COMPILAZIONE 1985
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI sul cartiglio - JUSTINIANO - a pennello -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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