Madonna Immacolata e angeli recanti il giglio e la rosa, Angelo con libro e faretra e angelo con arco e strale, Virtù cardinali, Stemma del monatero, Intagli con volute, motivi fitomorfi e simboli

stallo di refettorio, ca 1726 - ca 1729
Brasi Bortolo (notizie Prima Metà Sec. Xviii)
notizie prima metà sec. XVIII

La decorazione corre lungo i muri perimetrali del Refettorio e consta di 84 elementi di cui 65 sono i dossali degli stalli divisi da pilastrini che sostengono una trabeazione ornata da fregi a fogliami ed emblemi scolpiti. Le mense sono otto e di eguale misura e una nona di fronte all'ingresso più lunga, con decorazioni a fregi floreali lungo le sponde e sui piedi. Le tavole misurano 85 x 73 x 370 cm ca; 85 x 73 x 620 cm ca

  • OGGETTO stallo di refettorio
  • MATERIA E TECNICA radica di noce/ intarsio
    legno di noce/ intaglio
    legno di noce/ doratura
    legno di noce/ scultura
    legno di noce/ pittura
  • ATTRIBUZIONI Brasi Bortolo (notizie Prima Metà Sec. Xviii)
    Marchiori Giovanni (1696/1778)
  • LOCALIZZAZIONE Teolo (PD)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Aggiornamento 2015: Fu eseguito in occasione dei lavori di rinnovamento dell'antico cenacolo promossi dall'abate Alberto Angeli tra il 1726 e il 1729. Esso si sviluppa lungo l'intero perimetro della grande aula quattrocentesca, cui si accede dal chiostro pensile, cuore del complesso monumentale [...] il tutto, verosimilmente, secondo il disegno fornito da fra Fortunato Abbiati da Venezia commesso in Santa Giustina. Il ritmo incalzante dei dossali privi di panche e delle antistanti mense si limita a una svariata serie di volatili e a composizioni di fiori e frutta (fig. 2-4), ben più ampia si presenta invece la gamma delle raffigurazioni - tutte accompagnate da un motto in latino inciso in un cartiglio dorato - che contrassegnano i sessantatre stalli dei monaci. Sette per ciascuna delle nove mense, questi emblemi nel loro susseguirsi formano una serrata sequenza [...]. L'incarico di "animarne co' gli Emblemi que' legni" era stato affidato dall'abate Alberto Angeli al monaco professo Girolamo Maria Rosa, al quale spetta, quindi, l'articolato programma iconografico da lui stesso illustrato nello scritto "Il refettorio morale, o sia spiegazione de' simboli intagliati negli ornamenti del Refettorio maggiore del Monastero di Praglia". Quest'opera esegetica - come chiarisce il monaco - "porta ella il titolo di Refettorio Morale" poiché, in effetti, gli emblemi altro non sono "che fonti onde ne tragga l'animo gli alimenti di una morale dottrina": sono queste raffigurazioni "disposte sur le spalliere che a ciacheduna delle Tavole corrispondono, quasi alfine che chiunque a queste si asside, impegnato ne resti all'acquisto della virtù, dal cui simbolo viene adorno il suo seggio" [...]. Nondimeno, va subito precisato, Girolamo Rosa desume la quasi totalità delle imprese, da lui scelte ad "animare" gli arredi del refettorio, dal "Mondo Simbolico" dell'abate milanese dell'ordine dei Canonici Regolari Lateranensi Filippo Piccinelli, che, apparso in più edizioni a partire dalla metà del Seicento, presenta una rilettura in chiave religioso dottrinale del genere impresistico e può essere senz'altro indicato come il testo preso a principale riferimento dal monaco (Guerriero, 2013, pp. 423-424). Per la realizzazione degli intagli principali, come già ci rende noto Girolamo Rosa, furono infatti appositamente ingaggiati due distinti e rinomati artisti. E' lo stesso monaco a svelarci, con un certo orgoglio, il nome del primo dei due, anch'egli nel novero dei maestri stabilitisi per l'occasione a Praglia, vale a dire quel "Bartolomeo Brasi intagliatore Veneto (come pure indicato nei documenti, e non Biasi, secondo quanto in seguito riportato anche da Gloria), dal cui "eccellente scalpello, in breve spazio di tre anni, a meravigliosa perfezione espresse furono le fin'ora dichiarate zifare" - ovvero le imprese - e le cime tutte, che sopra il cornicione son poste (Ibidem, pp. 440-441) [...]. L'"altro Artefice" coinvolto nell'esecuzione dei principali intagli, ovvero l'artista di cui il Rosa tace volutamente il nome, viene menzionato a chiare lettere in una nota di pagamento, inspiegabilmente sfuggita a coloro che fino a oggi, occupandosi dell'argomento, hanno visitato le carte d'archivio relative ai lavori del refettorio, nella quale si legge che in data 9 maggio 1728 viene corrisposto l'ammontare di 374 lire "al signor Marchioris scultore" - ovvero Giovanni Marchiori - "per n. 6 Angeli, l'imagine della Beata Vergine, e quatro medaglie"(Ibidem, pp. 443-444)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500015637
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Venezia (con esclusione della citta' di Venezia e dei Comuni della Gronda lagunare) Belluno Padova e Treviso
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Venezia (con esclusione della citta' di Venezia e dei Comuni della Gronda lagunare) Belluno Padova e Treviso
  • DATA DI COMPILAZIONE 1976
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 1979
    2015
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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