Angeli reggenti i misteri del Rosario

dipinto, ca 1614 - ca 1614

Iconografia già altre volte usata dal B. per rappresentare i misteri del Rosario entro piccoli medaglioni con cornice di foglie, appesi ad un nastro retto da tre angeli in volo. La cornice è di legno dorato (cfr. Notizie storico-critiche)

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Bissoni Giovanni Battista (1576 Ca/1634)
  • LOCALIZZAZIONE Teolo (PD)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Questo lunettone raffigurante otto misteri del Rosario - dalla "Passione di Cristo" alla "Assunzione della Madonna" - venne commissionata al Bissoni insieme ad un altro, sempre con otto misteri del Rosario, per la terza cappella a destra nella chiesa di S. Maria di Praglia. La pala d'altare era la "Presentazione di Gesù al tempio" di Luca Longhi, ma nel 1581 l'abate Bernardo II la dedicò alla Confraternita del Santissimo Rosario. La prima attribuzione al Bissoni si trova nel Gloria (1862, p. 58) e viene concordemente accettata dalla storiografia seguente. A. V. Riga (1965/6, p. 549) avvicina questa opera ad altre che il Bissoni compì negli anni 1618/23, specialmente nella chiesa del Carmine, Padova, per notevoli affinità stilistiche. Specifica inoltre una possibile datazione entro il biennio 1618/20 per lo stile più fluido e disinvolto del B. nel trattare tematiche ed iconografie tradizionali. Infatti, il motivo solito dei medaglioni è qui movimentato dai tre angeli che si stagliano sul cielo luminoso con panneggi gonfi e un rapido battere di ali. La cornice di legno dorato, lavorato a motivi floreali, venne eseguita nel 1745 ca, come per le altre pale della chiesa (Fandrini, 1803, f. 45) ma è quella originale. Aggiornamento 2015: Assente l'imperversante Palma il Giovane, l'accademismo tardomanieristico è rappresentato dal padovano Giovanni Battista Bissoni. Nel 1614 l'abate Cirillo da Padova ripristinava nella cappella della Madonna in sacrestia la Confraternita del Rosario, eretta fin dal 1580 ma abolita nel 1604. In quella circostanza faceva dipingere da Bissoni due semilunette con "Angeli reggenti i misteri del Rosario" (fig. 28, 29). La scelta del giovane pittore padovano, già allievo di Varotari, doveva tenere conto della sua dimestichezza con i padri di S. Giustina fin dal tempo della sua gioventù. In ogni mezzaluna triadi di esuberanti angeli lanciati in acrobatici voli stringono nastri colorati dai quali pendono otto medaglioni. Ognuno di questi, incorniciato da rami di alloro o da intrecci di rami di rose, contiene la raffigurazione di uno dei misteri del Salvatore e della Vergine che il fedele è tenuto a contemplare recitando il rosario, "imagines agentes", utili alla preghiera. Ai quindici miracoli dolorosi, gloriosi e gaudiosi negli ovali, impaginati secondo una sequenza della narrazione evangelica rispettosa dei modelli iconografici cinquecenteschi istituzionalizzati dal pedagogismo post-tridentino, se ne aggiunge un sedicesimo estraneo alla serie. Vi è inscenata la Madonna in cielo nell'atto di consegnare la corona del Rosario a s. Domenico con accanto s. Caterina da Siena, onde ricordare la mediazione domenicana nell'istituzione del culto del Rosario. Irruenti, esuberanti, affannati angeloni si lanciano in un tuffo impetuoso con grandi ali serrate tra il viluppo di orli sbattenti, dando vita a un'invenzione tra le più fantasiose e promettenti nella pittura di Bissoni. Il giovane pittore ha impresso nelle vitalissime figure un funambolico dinamismo di forte segno tintorettesco, guardandosi bene, comunque, dal rifiutare la sfida rappresentata dagli scorci audaci della coppia di angeli nella "Gloria d'angeli" di Veronese visibile in chiesa. Nei medaglioni i riferimenti vanno alle voci dell'enciclopedia tardomanieristica, declinata però con svelti accenti macchiettistici alla Pozzoserrato: inflessione più che comprensibile in un pittore da poco incaricatosi di completare con scenette a chiaroscuro il ciclo di affreschi lasciato incompiuto dal fiammingo nel chiostro del Noviziato a S. Giustina (Mancini, 2013, p. 367)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500015515
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Venezia (con esclusione della citta' di Venezia e dei Comuni della Gronda lagunare) Belluno Padova e Treviso
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Venezia (con esclusione della citta' di Venezia e dei Comuni della Gronda lagunare) Belluno Padova e Treviso
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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