Stella d'Italia

monumento ai caduti a lapide,

La lapide è murata al di sopra della porta d’ingresso della piccola cappella del cimitero di Muscoline, a circa 240 cm da terra, al di sotto del frontone. Essa ha forma di rettangolo, poggiante sul lato più lungo. Il lato superiore accenna nel mezzo ad un rialzo stondato, sì da accogliere meglio un tropaion inciso, piuttosto sproporzionato e composto da: un fucile richiamante per alcuni dettagli il mod. 1891, una sciabola e una fronda d’alloro. La lastra marmorea è abbellita ai 4 angoli da altrettante Stelle d’Italia, scolpite a bassorilievo e dipinte di nero (ora stinto e tendente al verde). Al di sotto del tropaion vi è l’epigrafe dedicatoria, indi seguono i nomi di 12 morti nella Grande guerra, ripartiti per circostanza di morte e su 2 colonne. Per ognuno è specificato: cognome, nome e paternità

  • OGGETTO monumento ai caduti a lapide
  • AMBITO CULTURALE Ambito Bresciano
  • LOCALIZZAZIONE cimitero pubblico
  • INDIRIZZO Via Papa Giovanni XXIII, Muscoline (BS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il piccolo borgo collinare di Muscoline, che contava circa 1.000 abitanti nel 1919, eresse nel 1928 un monumento ai propri caduti a forma di colonna, coronato da una lanterna marmorea (h. stimata da una foto d’epoca 5 metri); manufatto che fu abbattuto all’incirca negli anni ’70-’80 per essere sostituto da quello attuale. A quel tempo, però, doveva essere già presente questa lapide della quale, ad oggi, non si è rinvenuta alcuna traccia nella stampa coeva: specie il quotidiano cattolico, quando trattava di Muscoline, dava notizie solo sulla locale sezione dell’Unione Nazionale Reduci di Guerra. Essa, verosimilmente, fu approntata fra l’estate del 1919 e quella del 1920. Questa datazione ipotetica si basa su indizi razionali. Infatti, nella lista dei morti compare in bell’ordine anche Giovanni Chiodi, alpino nel 5° regg., deceduto a Muscoline per postumi di ferite il 5 maggio 1919, mentre fra i presunti morti (cioè i dispersi), figura Giuseppe Lauro, alpino nel 5° regg., che l’Albo d’oro del Ministero della Guerra, invece, dà come deceduto in prigionia il primo giugno 1918. Si consideri che la maggior parte degli atti di morte dei prigionieri di guerra italiani giunse ai Comuni nel corso del 1919, per fisiologiche lungaggini amministrative. Ciò vuol dire che quando fu fatta la lapide non era ancora arrivato da Roma l’atto di morte ufficiale, pertanto il Lauro, considerato tutt’ora disperso in prigionia non avendo più dato notizie di sé dall’estate 1918, fu inserito fra i presunti morti. Quindi, questi 2 casi offrono ragionevoli termini post ed ante quem sulla datazione del manufatto. Sono da rilevare, inoltre, 2 dettagli tecnici. Si nota che la superficie della lapide è stata utilizzata solo in parte, e rimase “in bianco” una parte consistente. Inoltre, i morti elencati sono 12, mentre sul monumento in piazza i deceduti citati sono 24. Quindi, probabilmente, questa lapide fu dedicata solo ai deceduti del capoluogo Chiesa, mentre quelli delle contrade Longavina, Burago, S. Quirico, Cabianco dovettero forse comparire sul monumento del 1928. Questa lapide consunta dal Tempo, modesta e discosta, infine, è singolare anche per un altro motivo inerente alla psicologia sociale. Le sofferenze della guerra, nei ricordi marmorei, furono evocate in modo plastico tramite la morte del soldato, come a Pavone Mella o Badia di Brescia, ovvero il lutto femminile, come a Cizzago o Erbusco. Qui, invece, essi furono citati per iscritto in modo esplicito. Infatti, si legge nell’epigrafe dedicatoria che essi morirono “tra gli orrori della guerra più grande”; caso unico riscontrato in questa campagna di catalogazione. La frase, se estrapolata, può sembrare contestataria. Invece, come sempre, essa deve essere calata nel contesto complessivo: la memoria delle sofferenze era connessa al fatto che essi “la vita per la patria immolarono”; patria simboleggiata altresì dalle 4 icastiche stelle d’Italia scolpite nel marmo. La “patriottica rassegnazione” era funzionale all’elaborazione del grande lutto collettivo. Fonti e bibliografia: Da Muscoline. Inaugurazione del monumento ai caduti, “Il Popolo di Brescia”, 22-11-1928. Diario-Guida. Brescia e Provincia, Apollonio, Brescia 1920. Ministero della Guerra. Militari caduti nella guerra nazionale 1915-1918. Albo d’oro, Istituto Poligrafico dello Stato, Roma 1932. A. Cazzani (a cura di), I monumenti e i giardini celebrativi della Grande guerra in Lombardia. Il censimento per le province di Brescia, Milano e Monza Brianza, Eurostampa, Fizzonasco, 2012. E. Cerutti, Bresciani alla Grande guerra. Una storia nazionale, FrancoAngeli, Milano 2017. E. Cerutti, Prigionie di guerra e soccorsi ai militari di truppa bresciani (1915-1918), in C. Cipolla (a cura di), I prigionieri di guerra italiani negli Imperi centrali e la funzione di tutela della Croce Rossa Italiana, FrancoAngeli, Milano 2020
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303275002
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia
  • DATA DI COMPILAZIONE 2023
  • ISCRIZIONI centrale - DIVINO RISORTO RE DELLA GLORIA / LA TUA LUCE RISPLENDA AI PRODI SOLDATI D’ITALIA / CHE TRA GLI ORRORI DELLA GUERRA PIÙ GRANDE / LA VITA PER LA PATRIA IMMOLARONO // LAURI PIETRO DI GIOVANNI / FOLLI PIETRO “ GIUSEPPE / MABELINI CARLO “ PAOLO / CHIODI GIOVANNI “ BORTOLO // PRESUNTI MORTI // BRESCIANI GIUSEPPE DI ANGELO / CAVAGNINI ITALO “ CESARE / GABANA GIOVANNI “ FRANCESCO / LAURO GIUSEPPE “ LORENZO / MATTEI VINCENZO “ LORENZO // LAURO BENEDETTO DI LORENZO / BIGNOTTI MOSÈ FU ANDREA / ALBISINI LUIGI “ GIOVANNI // - a incisione - italiano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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