Fascio Littorio

monumento ai caduti a lapide,

La lapide è murata nel fianco, che guarda la strada statale, del campanile della chiesa sussidiaria dei Santi Martiri, a 220 cm da terra. Il manufatto si compone di 2 lastre marmoree, armoniosamente combinate: quella superiore è l'originale del 1924, mentre quella inferiore risale per certo alla seconda metà degli anni Trenta. La lapide ai morti nella Grande guerra ha una forma rettangolare, e poggia sul lato più lungo. Il lato superiore si alza nel centro in modo tondeggiante sì da facilitare la collocazione di un fregio bronzeo composto da: una Stella d'Italia; un'aquila ad ali spiegate che serra negli artigli una corona di fronde di quercia e d'alloro, nonché una bandiera con asta. Ai fianchi del fregio vi è l'epigrafe dedicatoria, concisa. Nella parte inferiore, invece, vi è l'elenco dei 14 deceduti. Per ognuno è riportato: grado, cognome e nome. Fu anche specificato in 5 casi che si trattava di ben 2 gruppi di fratelli (2 Damiani e 3 Colosio). I caduti sono divisi in 2 colonne, separate da un fregio floreale in bronzo, che termina in una piccola Stella d'Italia. I fianchi della lapide, infine, sono fregiati da fronde di quercia e d'alloro, scolpite in senso verticale a bassorilievo. La lapide aggiuntiva, invece, è anch'essa a forma rettangolare, ma il lato superiore è stato lavorato abilmente in modo tale che producesse un effetto ad incastro con la lapide superiore, utile da un punto di vista tecnico e gradevole da quello estetico. Essa è dedicata ai 3 deceduti nella conquista dell'impero dell'Africa Orientale. Le due estremità sono fregiate da due scudi. In quello a sinistra è scolpito a bassorilievo un fascio littorio imperiale, mentre in quello a destra si riconosce l'aquila con lo scudo di Casa Savoia. Nel mezzo fu applicata una mano in bronzo, serrante l'esatta e proporzionata riproduzione del pugnale in dotazione alla MVSN. Dei 3 morti è riportato il cognome ed il nome, più i grado, ma in 2 casi i caratteri applicati in bronzo furono rimossi. Il muro facente da mensola al manufatto è abbellito da due bossoli in ottone per carica di lancio di granate di medio calibro

  • OGGETTO monumento ai caduti a lapide
  • MATERIA E TECNICA bronzo/ fusione
  • ATTRIBUZIONI Turelli, Santo (attribuito): scultore
  • LOCALIZZAZIONE chiesa parrocchiale
  • INDIRIZZO Piazza SS. Martiri, Gargnano (BS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La lapide fu inaugurata domenica 26 ottobre 1926. La celebrazione dei morti in guerra di questa parrocchia vide, anche se presente un reparto del Regio esercito e della MVSN, una partecipazione massiccia di organizzazioni cattoliche, probabilmente le promotrici della lapide. La festa, pertanto ebbe una connotazione patriottica in quel senso politico. Oratore ufficiale fu Mario Stefanetti, membro federale, per l'appunto, dell'Unione Nazionale Reduci di Guerra. Merita alcuni cenni, per la sua particolarità, la lapide aggiuntiva ai morti nella guerra italo-etiopica. Quasi per certo fu apposta tra la fine del 1936 ed il 1940. E' uno dei pochi casi nel Bresciano sfuggiti alla distruzione, successiva agli anni 1943-1945, dei simboli di un periodo di storia patria; pertanto è da segnalare come documento storico. L'eccezionalità accresce se si considera che la lapide è prospiciente alla frequentatissima Gardesana occidentale. Notevole, da un punto di vista socio-antropologico e decorativo-artistico, è anche il fregio in bronzo ad essa applicato, costituito dalla mano impugnante l'arma bianca tipica dei reparti della Milizia, riprodotta fedelmente con il motto di Brescia, luogo di reclutamento del 315° battaglione Camice nere che combatté in Etiopia. Dei 3 caduti riportati, solo uno (era un fante dell'83° regg. "Gavinana") reca ancora il grado militare; gli altri 2, mancando i caratteri in bronzo, che sembrano essere stati rimossi ad hoc, sono ignoti. Da un'analisi comparata, però, risulta che questi ultimi appartenevano a unità della MVSN, essendo essi camice nere morte nella battaglia dell'Amba Uork. Il caso è interessante da un punto di vista della psicologia sociale. Sembra, infatti, che la censura abbia evitato i fregi dei passati e decaduti regimi, ma abbia colpito - per una sorta di pudore? per affrancarli dal ricordo della dittatura? - l'individualità dei morti. Fonti e bibliografia: A Bogliaco. Onoranze ai Caduti, "Il Cittadino di Brescia", 30-10-1924; Il Battaglione Giovesi, "Brescia. Rivista Mensile della Città e Provincia", a. VIII (1936), n. 1-2, pp. 13-15; Ufficio Centrale Notizie alle Famiglie dei militari chiamati alle armi, Albo d'oro dei caduti per la fondazione dell'impero MCMXXXV-MCMXXXVII, Ist. Pol. dello Stato, Roma 1940
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303274974
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia
  • DATA DI COMPILAZIONE 2023
  • ISCRIZIONI lapide superiore, centrale - AI NOSTRI EROI 1915 – 1918 // CAP.NO FIORINI LUIGI / FRATELLI – DAMIANI / SERG. M. BIAGIO / SOLD. MATTEO / FRATELLI – COLOSIO / “ GIOVANNI / “ FERDINANDO / “ LUCIO // CAP. PATUCELLI GIOVANNI / SOLD. GIACOMINI FAUSTINO / “ GIACOMINI GIACOMO / “ BORTOLOTTI ANDREA / “ BONOMINI ANDREA / “ KROSELBURGER GIOV. // - a caratteri applicati in bronzo - italiano
  • STEMMI lapide inferiore, a sinistra - sociale - Stemma - Fascio littorio - Scudo con fascio littorio imperiale
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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