Bucefalo seguito dai generali di Alessandro

rilievo,

Il bassorilievo raffigura l'undicesima scena dell'Ingresso di Alessandro in Babilonia. Alla testa dell’esercito macedone sfilano i suoi comandanti, scelti tra gli amici più fidati di Alessandro, subito seguiti da uno dei punti di forza di quell’armata, la cavalleria. Il soggetto offre a Thorvaldsen la possibilità di raffigurare una serie di splendidi cavalli visti di profilo, in cui la sua ambizione di far rivivere la purezza e la nobiltà dell’arte antica tocca uno dei vertici più alti. In questi e negli altri cavalieri macedoni raffigurati lungo il fregio emerge tutta la fascinazione provata dallo scultore danese nei confronti dei marmi del Partenone di Atene, da poco trasferiti a Londra da Lord Elgin. Finalmente si avverava il sogno degli artisti europei di conoscere gli originali dell’arte greca, fino a quel momento noti solo attraverso le descrizioni dei libri e le copie romane, e l’impatto di quelle sculture sull’arte neoclassica fu straordinario. Thorvaldsen conosceva i marmi del Partenone grazie a disegni, alle stampe e ai pochi frammenti visibili in alcune raccolte di RomSubito dietro Alessandro compare il suo celebre cavallo Bucefalo, trattenuto a stento da due scudieri. La leggenda narra che il re Filippo il Macedone, padre di Alessandro, avesse acquistato un cavallo tanto straordinario quanto impossibile da domare e volesse restituirlo al venditore. Il giovane Alessandro, ancora adolescente, fu l’unico capace di montare l’animale, capendo che la causa della irrequietezza era la paura della sua stessa ombra. Da allora Bucefalo e il giovane principe furono inseparabili, combattendo sempre insieme fino all’ultima grande battaglia dell’esercito macedone, quella dell’Idaspe, combattuta contro il re indiano Poro nel 326 avanti Cristo, nell’area dell’attuale Punjab, tra India e Pakistan. In quella regione, in onore del suo amato cavallo morto durante la battaglia Alessandro fondò una città, chiamandola Alessandria Bucefala

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