Cristo alla colonna

dipinto, ca 1520 - ca 1520

Dipinto raffigurante Cristo con le ferite provocate dalla fustigazione con lo sguardo levato al cielo

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA legno/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 64 cm
    Larghezza: 49,5 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Romagnolo
  • LOCALIZZAZIONE Mantova (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Fino al 1933 il dipinto apparteneva ai coniugi Raymond Field, i quali lo donarono all'Institute of Art of Detroit, dove rimane dal 1933 al 1944. In quell'anno l'opera viene resa ai precedenti proprietari sotto forma di scambio: il museo restituisce il dipinto ed ottiene invece un crocifisso ligneo. Non è noto fino a quando il dipinto rimane in America: nel "Census" di Fredericksen e Zeri del 1972 il dipinto è ancora segnalato al museo di Detroit. E' certamente in Italia nel 1985, quando viene esposto a Vignola. Rimane in una collezione fiorentina fino al 1996, quando fu nuovamente posto in vendita ed acquistato da Romano Freddi. Nel 1996 un articolo de "La Voce di Mantova" (27 marzo) afferma che sul retro del dipinto vi sarebbe il sigillo della casata Magnani Rocca e che Luigi Magnani Rocca avrebbe acquistato il quadro negli Stati Uniti su consiglio di Zeri e l'avrebbe poi ceduto alle suore di Bagnacavallo in cambio di un quadro di Albrecht Durer (che gli giunse nel 1969). La notizia, tuttavia, non trova riscontro presso l'archivio della Fondazione Magnani Rocca a Mamiano di Traversetolo, dove non vi è traccia del passaggio del "Cristo alla colonna", nè tantomeno è menzionato nelle vicende che portarono all'acquisizione della tavola di Durer. Quest'ultima è una vicenda tra l'altro molto ben documentata, il che rende assai sospetta la mancanza di riferimento alcuno al "Cristo alla colonna". Neanche la presenza di un sigillo con il monogramma MR che indicherebbe un'appartenenza a Magnani trova avallo, perchè tale sigillo non compare dietro le opere della collezione permanente. L'intricata vicenda e il coinvolgimento di Durer potrebbero quindi risultare una notizia giornalistica di scarso fondamento. Per quanto riguarda invece l'attribuzione, nel museo di Detroit la tavola giunge come opera del Sodoma e così rimane schedata per anni (Fredericksen, Zeri, 1972). Nell'esposizione del 1985 reca invece già un'attribuzione a Lorenzo Costa detto il Vecchio, suggerita da Mina Gregori in un'"expertise" che ancora oggi accompagna l'opera e nella quale la studiosa giunge al nome di Costa dopo aver segnalato anche quello di Francesco Francia. L'Occaso (2015) per la fattura e le forme larghe del Cristo assegna l'opera ad un pittore romagnolo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303269860
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Cremona, Lodi e Mantova
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Cremona, Lodi e Mantova
  • DATA DI COMPILAZIONE 2020
  • ISCRIZIONI sul retro, su sigillo - MR - maiuscolo - non determinabile -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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