ascesa dell’anima al cielo accompagnata dall’Angelo custode

dipinto, post 1670 - ante 1679

Al centro della composizione è rappresentata una snella figura di fanciullo, appena coperto, da un panno, di profilo, nell’atto di incidere sopra le nubi, con le mani giunte in preghiera e lo sguardo rivolto verso l’alto. E’ accompagnato da un angelo adulto, raffigurato in volo, con le ali aperte, una tunica che gli cinge la vita e un manto che gli attraversa il busto, parzialmente scoperto. Nell’angolo superiore sinistro della tela sono rappresentati il Cristo risorto, seduto, e Maria Vergine, inginocchiata su una nube disposta su un livello più basso, con le braccia aperte verso il fanciullo e lo sguardo rivolto verso Gesù. Sulla destra, in alto, altre figure angeliche, appena accennate, osservano la scena

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 75 cm
    Larghezza: 60 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Milanese
  • ATTRIBUZIONI Nuvolone Carlo Francesco (maniera): pittore
  • LOCALIZZAZIONE Santa Eufemia
  • INDIRIZZO Piazza Sant'Eufemia, 2, Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L’iconografia è interessante, perché segna una tappa nell’evoluzione dall’immagine protomoderna di Raffaele e Tobiolo a quella dell’Angelo custode, particolarmente intensa per tutto il Seicento in parallelo alle scelte liturgiche, e infine codificata nell’ultimo decennio del secolo da Sebastiano Ricci nel celebre dipinto in Santa Maria del Carmine a Pavia. Qui un’anima beata, a stento fasciata dal perizoma (è la nuditas erga Deum ispirata al Salmo 90 (9), 8 e visualizzata nel Giudizio universale sistino di Michelangelo, 1538-1541) è condotta in cielo dall’Angelo, pure seminudo e con manto rosso (perché “Dio trova macchie perfino negli angeli” secondo il motto), alla presenza contemplativa di altri due angioletti, intercessoria di Maria in veste bianca rossa e blu da Assunta, e giudiziale di Gesù seminudo e in veste bianca perché Risorto, in gloria luminosa angelica. La dolcezza soffusa del gruppo centrale rimanda alla lezione dei Montalto riletta alla luce dei Nuvolone: Carlo Francesco (1609-1662) e Francesco (1619-1703); il Cristo è una citazione di un modello abbastanza ricorrente nel coevo classicismo di Antonio Busca, a più riprese attivo coi Nuvolone; al loro ambito (una vera e propria ditta, con frequente interscambio di modelli di elaborazione collettiva) il quadretto può essere ricondotto, con una sistemazione verso l’ottavo decennio spiegabile con la diffusione universale della festa dell’Angelo Custode voluta da papa Clemente X Rospigliosi nel 1670 e il suo forte utilizzo nel Giubileo del 1675 da parte del medesimo pontefice. Del resto, tale devozione è molto forte nel mondo servita, il che costituisce un prezioso indizio a favore della provenienza del dipinto da San Dionigi. Va precisato che all’epoca ipotizzata Carlo Francesco Nuvolone era ormai morto e il peso della ditta ricedeva sul fratello, ma che i suoi modelli venivano reiterati con frequenza anche a distanza di decenni
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303268566
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Milano
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Milano
  • DATA DI COMPILAZIONE 2018
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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