Santa Lucia

dipinto dipinto murale, post 1620 - ante 1625

Affresco trasportato a massello e murato nella parte superiore della parete destra della cappella. Composizione a sviluppo verticale. La figura della santa occupa la maggior parte della tela. E’ rappresentata stante, con il corpo di lieve tre quarti e il viso rivolto verso l’osservatore. Porta i capelli semi raccolti, con scriminatura centrale. Indossa una camicia, tunica, e una sorta di corpetto, cinto da nastro poco al di sotto del seno. Su una spalla poggia un ampio mantello, drappeggiato e rigonfio dietro alla schiena. Una mano tiene la palma del martirio, l’altra è appoggiata sopra il piano di un tavolo dipinto sulla destra. E’ ricoperto da una tovaglia e al di sopra di essa è dipinto un piatto con gli occhi. Sullo sfondo un parapetto e un tendone, variamente drappeggiato, che lascia vedere una porzione di cielo

  • OGGETTO dipinto dipinto murale
  • MISURE Altezza: 150 cm
    Larghezza: 130 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Milanese
  • ATTRIBUZIONI Della Rovere, Giovanni Mauro (1575/ 1640): pittore
  • LOCALIZZAZIONE Santa Maria al Paradiso
  • INDIRIZZO Corso di Porta Vigentina, 14, Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Santa Lucia è effigiata in piedi, a figura intera, con la cintura virginale ben in evidenza, nella destra la palma del martirio, la sinistra appoggiata ad un tavolino sul quale spicca la patena con gli occhi divelti (iconografia rara: in genere la Santa tiene in mano la patena); sullo sfondo, il tipico drappo violaceo. Serviliano Latuada (V, 1738, p. 286) descrive nell’atrio di San Dionigi, a destra dell’ingresso, una “picciola Cappella fabbricata con moderna Architettura, ad onore della Vergine e Martire Santa Lucia, dipinta a fresco sopra l’Altare”: è plausibile che si tratti dell’immagine in questione, vuoi che sia stata trasportata da un precedente nucleo cultuale nel complesso dionisiano (qualora la cappella descritta sia di primo Settecento), vuoi che “moderna” vada inteso, come spesso nel corografo, in senso lato. In effetti il dipinto, di buona qualità, riprende invertendolo di direzione l’iconema utilizzato nel 1610 dal Cerano nel Miracolo di Beatrice Crespi per i Quadroni del Duomo milanese (M. Rosci, Il Cerano, Milano 2000, pp. 163-171); ma i tratti, dolci e un po’ arcaici, sono quelli dell’ambito di Giovanni Mauro della Rovere, il più giovane dei fratelli Fiammneghino (1575-1640). Evidente l’influsso di Camillo Procaccini, dal prezioso monile che chiude il verginale all’evidenziazione dell’ombelico. Una sistemazione verso gli inizi del terzo decennio renderebbe ragione della piena maturità della ditta, ma va anche sottolineata la reiterazione inalterata o quasi dei modelli del nostro lungo i primi quattro decenni del Seicento
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303268553
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Milano
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Milano
  • DATA DI COMPILAZIONE 2018
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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