decorazioni ornamentali con girali fitomorfi e motivi geometrici

decorazione pittorica,

La Sala dei Sette Scalini si raggiunge dal ballatoio conclusivo dello Scalone delle Duchesse, presso il piano nobile del Palazzo del Capitano. La stanza, dalla planimetria irregolare di forma trapezoidale e chiusa da un soffitto piano a travetti, è il locale di congiunzione tra gli edifici della Magna Domus e del Palazzo del Capitano. Sulle pareti si sono conservati numerosi lacerti pittorici probabilmente dovuti a diverse fasi: in corrispondenza del soffitto s’identifica un medesimo fregio che ricompare a tracce lungo l'intero perimetro; nella fascia centrale di due pareti (ovest e sud) è invece individuabile un registro decorativo non coerente con il superiore, in quanto rintracciato ad un livello inferiore dell’intonaco (il fregio alto ha un aggetto maggiore rispetto alle decorazioni inferiori); nonostante questa evidenza la decorazione mediana è conclusa nel lacerto della parete sud da una cornice a tre colori del tutto comparabile a quella che compare in aderenza al soffitto. Inoltre nella parete occidentale è presente un piccolo frammento pittorico al di sotto del fregio con un raffinato intreccio giallo su campo blu. [SI PROSEGUE IN OSS - Osservazioni]

  • OGGETTO decorazione pittorica
  • AMBITO CULTURALE Ambito Italiano
  • LOCALIZZAZIONE Complesso Museale di Palazzo Ducale
  • INDIRIZZO Piazza Sordello, 40, Mantova (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La Sala dei Sette Scalini (attualmente denominata del Morone per la presenza del celebre dipinto la Cacciata dei Bonacolsi, primo ambiente di visita del complesso museale di Corte Vecchia) costituiva l’anticamera d’ingresso all’Appartamento di Guastalla presso il piano nobile del Palazzo del Capitano. Gli ambienti della suite devono il nome all’ultima duchessa di Mantova, Anna Isabella di Guastalla consorte di Ferdinando Carlo Gonzaga Nevers, che vi abitò tra il 1671 ed il 1703, prima dell’arrivo degli Asburgo. I locali corrispondono peraltro alle stanze che vennero ristrutturate nel 1612, durante il brevissimo ducato di Francesco IV, per accogliere il fratello minore Vincenzo II, che vi si insediò dopo gli interventi coordinati dal prefetto delle fabbriche ducali Anton Maria Viani (Berzaghi 1992, p. 30; Algeri 2003, pp. 250-251; L’Occaso 2009, p. 92). L’ambiente in esame conserva due fasce decorative di cui sopravvivono solo lacerti: l’una è un fregio alto che percorreva l’intero perimetro parietale, la seconda invece è un registro mediano a motivi geometrici. Dalla lettura delle partizioni risulta che i due complessi pittorici non giacciono in continuità sul medesimo strato d’intonaco: il fregio superiore è in aggetto rispetto al decoro sottostante. Si propone una datazione indicativa al XV secolo per il fregio, mentre i motivi geometrici si collocano dubitativamente alla seconda metà del XIV (Marani 1975 poneva al 1355 l’appropriazione da parte dei Gonzaga del palazzo bonacolsiano del Capitano, termine anticipato da più recenti interventi, tra i quali figurano Bazzotti e L’Occaso). Le mensole ed i restanti frammenti pittorici sono circoscrivibili genericamente alla seconda parte del Trecento (si rimanda alle relative schede figlie per un maggior approfondimento)
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303267453-0
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Belle arti e paesaggio per le province di Brescia, Cremona e Mantova
  • DATA DI COMPILAZIONE 2017
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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