lapide commemorativa ai caduti, elemento d'insieme - ambito italiano (prima metà sec. XX)
lapide commemorativa ai caduti,
ca 1923 - ca 1923
lapide ai caduti della prima guerra mondiale composta da due lapidi lisce che riportani i nomi dei caduti separate da una lapide più piccola con un rilievo in bronzo raffigurante l'ultimo addio di un soldato alla donan con un bambino in braccio
- OGGETTO lapide commemorativa ai caduti
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MATERIA E TECNICA
bronzo/ fusione
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MISURE
Altezza: 155 cm
Larghezza: 85 cm
- AMBITO CULTURALE Ambito Italiano
- LOCALIZZAZIONE cimitero
- INDIRIZZO Via Cerro Alto, Sarnico (BG)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La lapide è affissa sul Mausoleo Faccanoni insieme ad un altra simile che riporta i nomi dei caduti della seconda guerra mondiale. I rilievi in bronzo sono opera del prof. Bigozzi, mentre il mausoleo fu progettato dall'arch. Sommaruga per la famiglia (1908). Uno dei membri della famiglia: il caporale maggiore Faccanoni Antonio è ricordato tra i caduti delle guerre coloniali. IL MAUSOLEO DEI FACCANONI (1907) Anche all'interno della produzione Sommarughiana emerge il tema dell'edilizia funeraria che è in stretta correlazione, se non altro di committenza, con il tema riferibile alla tipologia del villino o palazzina. Poiché dedicarsi all'edilizia funeraria era, presso il professionismo milanese dell'epoca, prassi assai diffusa, non è un fatto anomalo che Sommaruga vi si impegnasse. E' una prova in più del suo inserimento proprio nell'ambito di quella professione. Nella sua produzione la serie di progetti e realizzazioni per le tombe, edicole funebri, mausolei e cimiteri costituisce una fitta sequenza che si affianca a quella altrettanto fitta, di ville e villini (dal 1896 al 1917). I Faccanoni (gli Aletti, i Biffi, i Comi, i Salmoiraghi e i Cirla) affidano dunque allo stesso architetto, che ha creato le scenografie che fan da sfondo ai riti privati della loro quotidianità terrena e ai simboli pubblici della loro qualifica sociale, i compiti di perpetuare, in maniera tangibile e duratura, le loro fuggevoli glorie mortali. Certamente anche Sommaruga non è esente, in questa edilizia funeraria, da una grevità di forme, comune a quasi tutta la coeva produzione cimiteriale e commemorativa italiana e straniera. Ma quella che possiamo definire la diffusa "tendenza al mausoleo" trova in Sommaruga un'interpretazione meno ridondante e più sensibile a valori luministici, cromatici e ambientali legati alla diversa qualità e contrasto dei materiali impiegati nonché al rapporto dell'opera col paesaggio circostante. La distribuzione dei mausolei e delle edicole funebri nello spazio all' interno del recinto cimiteriale non avviene casualmente, ma secondo precisi piani, quasi micro-urbanistici. Questi prevedevano un intervento sulle aree disponibili non dissimile nella logica a quelli che, proprio in quegli anni, venivano condotti sui terreni lottizzagli della città in espansione. Si verifica che le tombe sostituiscono i villini di un ipotetica città giardino o di un quartiere residenziale di tono medio alto borghese. La condizione orografica del terreno è quasi sempre sfruttata a scopi scenografici, talché mediante l'impiego di scalinate, terrazzamenti, spiazzi, grotte, belvederi (cimitero del Verano a Roma, di Staglieno a Genova) si riescono a creare percorsi pittoreschi in tutto simili alle "promenades" delle località turistico-termali. Solo il tipo di vegetazione viene, per motivi di decoro, mantenuto entro limiti meno sfacciatamente lussureggianti e più consoni al luogo di raccoglimento. Alla villa si sostituisce l'edicola o il mausoleo e mentre la privacy domestica è difesa da giardini e muri di cinta, al dolore del singolo o del gruppo famigliare è lasciata ancora una pubblica esibizione. Le città dei morti si modellano dunque su quelle dei vivi. Se più delle volte i cimiteri costituiscono lo scenografico sfondo su cui si dispongono, in pittoresca sequenza, le edicole funebri o i mausolei, capita talvolta che siano quest'ultime a imporsi, per la loro forte presenza. Accade che da oggetto contenuto diventi essa stessa, soprattutto nel caso di cimiteri di piccole dimensioni (come a Sarnico), contenitore, o quanto meno subordini a sé lo spazio circostante. Il termine "mausoleo" deriva dal nome del monumento funebre di Mausoleo, che fece costruire ad Alicarnasso una gigantesca tomba poi annoverata tra le sette meraviglie del mondo nel IV a.C. Secondo una ricostruzione, il Mausoleo aveva pianta quadrata ed era costituito da un alto basamento che reggeva una piramide di 24 gradini alta sette metri. Nella storia dell'architettura funeraria nel modernismo italiano si può vedere più volte che agli appuntamenti progettuali parteciparono alcuni dei suoi più noti esponenti. Lo strumento del concorso aveva trovato, pur coi limiti indicati nel testo, una diffusa applicazione non escludendo, appunto, come ambiti di competizione, gli edifici cimiteriali. Vi è una distinzione, fra architettura cimiteriale e funeraria: il primo termine è riferito al cimitero vero e proprio e il secondo a quanto vi è contenuto (cappelle, tombe) e tende a sottolineare la profonda differenza esistente fra la diversa qualità sociale della committenza, pubblica e privata, che ne presiede la realizzazione e i diversi attributi simbolici che ciascuna di queste attribuisce alle opere in questione. La contemporanea presenza di una componente pubblica e di una privata costituirà dunque la caratteristica principale dell'architettura cimiteriale. Il progressivo prevalere di una delle due componenti, quella privata appunto, porterà, nel corso del '900
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
detenzione Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303243281
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
- DATA DI COMPILAZIONE 2015
- ISCRIZIONI a sinistra - GUERRA 1915-1918/ CADUTI / SOLD. BELLINI GIUSEPPE / SERG. BELOMETTI ANGELO / SOLD. BELOMETTI GIACOMO / CAP. M. BELOMETTI BATTISTA / SOLD. BELUSSI LUIGI / SOLD. BERTELLI GIACINTO / SOLD. BESENZONI GIULIANO / SOLD. BETTERA CESARE / SOLD. BUELLI ENRICO / SERG. CADEI CARLO / SOLD. CARRARA ALESSANDRO / SOLD. CARMINATI PIETRO / TEN. FACCANONI ACHILLE / SOLD. FELTRE GIUSEPPE/ SOLD. GIUDICI DONATO / SOLD. LEONI DOMENICO / SOLD. MARCHETTI GIOVANNI / SOLD. MANIGHETTI FRANC / SERG. MILESI RICCARDO / SOLD. MONGODI ANGELO / SOLD. PARIS GIOVANNI / SOLD. PARIS IPPOLITO / S. TEN RIVA MARIO / SOLD. TAGLI FRANCESCO / SOLD. VOLPI GIOVANNI / CAP. VIVIANI VALENTE - capitale - a caratteri applicati in bronzo - italiano
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0