morte di San Giuseppe

dipinto, 1676/ 1679

San Giuseppe è raffigurato al centro della composizione, agonizzante sul letto di morte, e assistito da Gesù (a sinistra, in veste rossa e manto blu) che gli sorregge il capo con un braccio e dalla Vergine (a destra, in veste rosa e manto blu); in primo piano a destra è un'altra figura (in vesti brune e verde spento) con le mani al petto e lo sguardo rivolto al cielo, dove compare la colomba dello Spirito santo tra una gloria d'angeli e cherubi (uno suona il violino, un altro regge un ramo di gilio, un terzo infine è in atto di accogliere l'anima del Santo per accompagnarla in cielo). In basso, ai piedi della figura di gesù, sul lato di un frammento di legno su cui poggiano le tenaglie, simbolo del mestiere di S. Giuseppe, si legge, con difficoltà, la firma

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • LOCALIZZAZIONE Morbegno (SO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera fu attribuita dal Monti (1902, p. 375- 76) a Pietro Ligari; lo stesso Monti segnalò anche la "copia di lesta esecuzione" del quadro esistente in San Giorgio a Cino. Curiosamente E. Bassi (1912, pp. 26- 27) ignora l'opera di Morbegno e segnala solo quello di cino, dicendola "opera efficacissima ritenuta di P. Ligari". Autore e data vengono indicati da C. Bassi (1934, p. 7; p. 11) ma in modo inesatto: Pietro Lanzano (invece di Andrea) e 1649 (manifestamente impossibile); l'errore è ripetuto identico dall'Orsini (1959, p. 153).Lettura finalmente corretta da parte della Gnoli Lenzi (1938, p. 175) che interpreta la data come 1676, e avanza dubbiosamente la paternità del lanzani anche per "la copia, o replica" di Cino. La stessa data è affermata con sucurezza della Turchi (1960, p. 101, pp. 104- 105), mentre continua stranamente a varie in altri autori (1677 per il Gianoli, 1953, p. 40; 1688 per la Romanini, 1959, p. 717). La scritta sul dipinto è malamente leggibile, perchè quanto resta dell'ultima cifra potrebbe appartenere sia a un 6 che a un 9, ma non si esce cmunque da queste due possibilità. Anche la Turchi ritiene di mano del Lanzani la replica di Cino; a me sembra invece che si tratti di copia di altra mano, poichè nell'opera di Cino le figure appaiono assai più rigide e legnose, coi tratti più marcati, e si sono in gran parte persi i morbidi trapassi di colore dell'esemplare di Morbegno, che rivelano nel Lanzani lo studio dei grandi pittori lombardi della prima metà del secolo. Altra copia, di qualità molto mediocre, è conservata a Lodi (foto alla Soprintendenza di Milano). Il racconto apocrifo della morte di S. Giuseppe, già popolare nel sec. XVI, divenne oggetto di particolare devozione in epoca controriformistica, a d opera dei Gesuiti, che crearono una nuova "trinità" ("O venerada Trinitas/ Gesù, Giuseppe e Maria").Bibliografia: E. Bassi, La Valtellina - Guida illustrata, 2 ed., Sondrio, 1912, pp. 26- 27, fig. 17 (copia di Cino); G. R. Orsini, Storia di Morbegno, Sondrio, 1959, p. 153; A. M. Romanini, La pittura milanese nel sec. XVII, in "Storia di Milano", XII, 1959, p. 717, n. 1; R. Rapella, La nostra parroccia e il nostro bel S. Giovanni- Appunti storici e artistici, in "Le vie del bene", Morbegno, ott. 1965, p. 8; R. Rapella, Morbegno e dintorni: fauna, flora, minerali e arte, in "Le vie del bene", Morbegno, luglio 1971, p. 9
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300223812
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio e Varese
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • DATA DI COMPILAZIONE 1977
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2010
  • ISCRIZIONI In basso - AND A LANZANO 16(79) - a pennello -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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