Cristo crocifisso

scultura, 1100 - 1199

Il capo di Cristo, dalla capigliatura a trecce attorcigliate e cadenti sulle spalle, è leggermente piegato a destra, presentandosi secondo l'iconografia del Cristo "patiens". Le esili e lunghe braccia sono perfettamente perpendiclari al corpo. Le mani, fissate alla croce tramite grossi chiodi, hanno i pollici in adduzione. Lunghe e sottili linee segnano le costole. Il perizoma, fermato da un vistoso nodo al centro, ricade in pieghe perpendicolari e schiacciate sulle gambe, tese e parallele. I piedi poggiano separati sul sostegno

  • OGGETTO scultura
  • AMBITO CULTURALE Bottega Europa Settentrionale
  • LOCALIZZAZIONE Gravedona (CO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Citato per la prima volta dal Cantù (Storia di Como e sua provincia...., p. 1226) nel 1859 che lo dice di "remotissima antichità", il crocifisso in questione viene successivamente qualificato di "stile bizantino" dal Barelli (S. Maria del Tiglio in Gravedona, in Riv. Arch. della..., 1973, p. 9, nota 1), che lo giudica tra l'altro bisognoso di un intervento di restauro finalizzato a togliere l'imbiancatura "recente" che ne occulta ancora oggi le soluzioni originarie. Sulla stessa scia si pongono gli autori che in seguito si occupano del Crocifisso gravedonese. Più ampia trattazione riceve da Geza de Francovich (Crocifissi lignei del secolo XII in Italia, in "Bollettino d'arte.....", 1936, p. 494) che lo data intorno al 1160- 70 e lo nota stilisticamente dipendente dal Cristo bronzeo di Werden (H. Beenken, Romanische Skulptur in Deutschland, Lipsia 1924, p. 39; p. 41), per via delle soluzioni della capigliatura e del modellato del busto, trovandolo comunque rispetto al prototipo più rozzo e superficiale nella fattura. Accanto agli influssi tedeschi rivela inoltre, in talune soluzioni dei tratti somatici del volto, asendenze bogognone (vedi Cristo di Vézelay). A mio avviso inoltre il Cristo di Gravedona mostra affinità con quello nella chiesa di S. Giovanni in Vigolo Marchese (Pc) che riunisce in sè elementi tratti da esperienze diverse, riconducibili oltre che alle soluzioni del Cristo di Werden, anche a soluzioni comuni negli avori ottoniani. Il crocifisso piacentino e quello gravedonese mostrano infatti il medesimo intaglio sottile a astratto nel modellato del busto, la foggia a trecce nella capigliatura e l'alto perizoma dalle pieghe compatte e perpendicolari. La croce di Vigolo, databile intorno al primo decennio del XII secolo, anticiperebbe comunque quella comasca (AA. VV. Romanico medio- padano. Strada, città, ecclesia., Parma 1981, scheda n. 45 e fig. p. 139. Anche per le altre croci romaniche dell'alta Lombardia M. T. Binaghi Olivari, Croci astili romaniche, in "Arte Lombarda", 1968/ I, pp. 23- 28)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300208655
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio e Varese
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • DATA DI COMPILAZIONE 1987
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2010
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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