colonna, serie - ambito lombardo (primo quarto sec. XVII)

colonna,

colonna

  • OGGETTO colonna
  • MATERIA E TECNICA granito/ scultura
  • AMBITO CULTURALE Ambito Lombardo
  • LOCALIZZAZIONE Varenna (LC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Le colonne appartenevano all'antico monastero cistercense dedicato alla Beata Vergine Maria, esistente un tempo ove oggi sorge la villa. Il convento era stato fondato probabilmente alla fine del sec XII (cfr. Della Torre, 1987/88, p. 23)e rimase attivo fino al 1567, quando venne soppresso da San Carlo Borromeo per l'esiguo numero di monache (Della Torre, op. cit., p. 23). La proprietà venne venduta nel 1569 al ricco proprietario Paolo Mornico di origine valsassinese; il figlio di questi, Lelio, abbattè buona parte del monastero, lasciando però intatta la chiesa che rimase in uso per i devoti, e costruì tra il 1609 ed il 1645 una villa, che da lui prese il nome di Leliana (Della Torre, op. cit., p. 31). La chiesa venne mantenuta e rimase aperta al culto (gli stessi Mornico erano molto legati all'oratorio e fecero costruire una cappella dedicata a Sant'Antonio). Venne in seguito ampliata e sistemata nel corso del Seicento, come richiesto dopo la visita pastorale del 1611 di Monsignor Maggiolini (riportata in Della Torre, op. cit., p. 41) : fu probabilmente in tale occasione che venne realizzato il porticato antistante l'ingresso sopraelevato della chiesa (cfr. Ranzi, 2003, p. 20), nel quale furono collocate le colonne qui esaminate, come riportano le descrizione coeve. Quando nel 1897-98 anche la chiesa venne soppressa dopo l'acquisto del penultimo proprietario della villa, il tedesco W. E. J. Kees al quale si deve buona parte dell'aspetto complessivo attuale della dimora (la cui facciata venne adeguatamente uniformata inglobando la chiesa e le sue pertinenze), ed a cui si deve anche l'ampliamento del giardino fino all'estensione odierna, le colonne in esame vennero poste nel loggiato che decorava la portineria verso il giardino (illustrato in alcune immagini d'epoca, cfr. Ranzi, op. cit., p. 20e pp. 26-27). Qui rimasero fino a quando la villa, dopo il lascito De Marchi (1939), venne utilizzata per convegni ed attività scientifiche che resero necessarie ulteriori lavori, operati probabilmente negli anni Cinquanta, nella zona della portineria: le colonne vennero rimosse e collocate nel magazzino posto al di sotto della portineria, ove sono state recentemente rinvenute (2003). Due delle quattro colonne, che presentano dimensioni leggeremente inferiori, potrebbero forse essere appartenute un tempo ad un'altra parte dell'edificio monastico (forse ad un chiostro), ed essere state a loro volta reimpiegate nella costruzione del portico. Allo stato attuale delle ricerche non è possibile verificare l'attentibilità di quest'ultima ipotesi, poichè non si conoscono descrizioni coeve del monastero
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300208389
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio e Varese
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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