monumento funebre di PietroTorelli

monumento funebre, ca 1420 - ca 1420

Sarcofago di marmo bianco di Carrara scolpito, appoggiato al muro, sorretto da sei colonne a spirale. Basi costituite da zoccoli su cui poggia un leone accovacciato nella parte anteriore e e un piedestallo posterioriormente, ornato con stemmi ormai cassati e rosoni. Sei colonne a spirali, abbinate parallelamente con capitelli a fogliame, su cui é posto il sarcofago con facciata e fianchi decorati con archetti inflessi e sfondrati con 7 nicchie", (2 sui fianchi), divise da pilastrini quadrangolari e cuspidati. Al di sopra degli archi inflessi con conornamenti a gattoni é decorato con motivo ornamentale a guisa di finestrine gotiche alternate a gugliette. Nella nicchia centrale altorilievo raffigurante la Vergine seduta, col Bambino nudo in grembo, mentre posa la mano destra sul capo di Pietro Torelli inginocchiato. Nelle nicchie laterali (da destra) sono raffigurati, a forte rilievo e secondo l'iconografia tradizionale San Domenico, di tre quarti, con un libro in mano (la mano sinistra mutilata); San Giorgio, con armatura, scudo e lancia. A Cristoforo, col Bambino sulla spalla sinistra; San Eustorgio, con mitra e pastorale (ora mancante); Sant'Antonio Abate con lunga barba e bastone col campanello. (continua nelle notizie storico critiche)

  • OGGETTO monumento funebre
  • MATERIA E TECNICA marmo bianco di Carrara/ scultura
  • ATTRIBUZIONI Iacopino Da Tradate (attribuito)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Bottega Di Iacopino Da Tradate
  • LOCALIZZAZIONE Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il padiglione é formato da due cortine sollevate da due angeli, fortemente inclinati. Sul coperchio del sarcofago giace la figura del defunto, con armatura intera e il capo appoggiato su un cuscino ricamato. Cinque scudi ornano la sommità del padiglione, tutti ornati con stemmi ormai cassati, ma che l'Allegranza (1784) descrive: biscia viscontea, leone rampante, toro furioso e due stemmi identici con mezzaluna, quattro fasce e due teste di cinghiale. Sormontato da un'edicola con tribuna gotica piramidata il cui baldacchino reca quattro colonne tortili con gugliette recanti angeli musici (uno mancante) e cimato da un putto acefalo. Entro questa il Padre Eterno, seduto, con il globo in manoe con la destra in atto di benedire sulla volta il monogramma IHS entro cerchio raggiato.La cappella appartenne alla famiglia Torelli fin dalla fine del sec. XVI; un conte Pietro istituì vari legati per il perfezionamento della cappella, con testamento del 10/ 8/ 1494 rogato dal notaio Antonio di Terzago. Nuovi ornamenti aggiunseri i frati del convento nel 1633, 1599, 1676 e anche posteriormente (Caffi, 1841). Il monumento fu elevato ai figlio Pietro, moto a Carpi il 18 aprile 1416, dal padre conte Guido, figlio di Marsilio da Mantova, che ebbe nel 1428 dal duca Filippo Maria la signoria di Guastalla, il titolo comitale e la biscia nello stemma. Secondo un documento rinvenuto dal Motta (1908) la vedova Maddalena del Carretto, a breve distanza dalla morte del marito, diede incarico di eseguire il monunento funebre agli scultori Lucchino da Cernusco e Martino Benzoni, dimoranti in Milano, ambedue noti come operanti alla Fabbrica del Duomo e con cui nel 1462 sorse anche una controversia. Il monumento però viene ora attribuito a Iacopina da Tradate e copia quello di Marco Carelli, nel Duomo di Milano, eseguito alcuni anni prima (1409) su disegno di Filippo degli Organi con le statue di Iacopino, l'apporto di quest'ultimo nell'arca di Sant'Eustorgio si rivela "nelle teste piccole, le membra ottuse, i corpi molli, tondi, adiposi. Egli era l'illustre esponente della scultura tardo gotica locale, autore in Duomo della statua di Martino V, commessa sembra dal duca Filippo Maria Visconti, di cui Guido Torelli era un (?). Databile intorno al 1420, viene attribuito a Iacopino dal Calvi (1859) fino al Vigezzi (1933), il quale distingue le statue frontali dell'arca (escluso Sant'Antonio Abate), con la Vergine stilisticamente vicina al monumento Della Croce in Sant'Ambrogio, e quelle del tabernacolo terminale richiamanti invece lo scultore della tomba di Gaspare Visconti. Il Baroni (1955) la ritiene più opera di bottega e considera in particolare la parte terrninale, soprattutte il Padre Eterno dove "da una parte si riconoscono gli ingredienti sintottici de l linguaggio iacopinesco, dall'altra si avverte una larvata flessione verso la sostanziale Venezianità di altre sculture confluite a Milano (cuspide con analoghe figure presso le Raccolte del Castello Sforzesco)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300206132A-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • DATA DI COMPILAZIONE 1979
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

BENI COMPONENTI

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