Madonna con Bambino e San Maurizio e Santa Margherita
dipinto,
Maganza Alessandro (1556 (?)/ 1632)
1556 (?)/ 1632
Dipinto
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Maganza Alessandro (1556 (?)/ 1632)
- LOCALIZZAZIONE Mantova (MN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Prima della scheda curata nel 1982 da Tellini Perina, il dipinto in esame è trascurato dalla letteratura artistica mantovana, infatti è citato solo Da Susani (1831), da Matteucci (1902) e da Restori (1937) che lo riferiscono alla scuola carraccesca. Tellini Perina (nel contributo citato in bibliografia), invece, rintraccia il modello della pala di San Maurizio nella celebre “Madonna col Bambino, tra i santi Giorgio e Lucia” dipinta da Palma il Vecchio per la chiesa teatina di Santo Stefano a Vicenza. Secondo la studiosa l’anonimo autore dell’opera mantovana segue fedelmente il dipinto di Palma, ribassando la gamma cromatica e sostituendo le figure dei santi Margherita e Maurizio, titolari della chiesa teatina di San Maurizio, ai santi laterali della pala di Vicenza. L’esecuzione è posta, correttamente, non prima della costruzione della chiesa di San Maurizio, la cui fondazione risale al 1610. Seguendo tali indicazioni Barbieri, nel 1993, individua l’autore del dipinto in uno dei figli di Alessandro Maganza (1556 ante- 1632): Vincenzo (nato tra il 1586 e il 1600 e morto nel 1630), che lavora nella bottega vicentina di grande successo del padre sotto il suo diretto controllo (per il profilo biografico completo di Alessandro Maganza con informazioni sulla figura del figlio Vincenzo si rimanda alla voce curata da A. Serafini per il Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 67, 2006, consultabile in http://www.treccani.it/enciclopedia/alessandro-maganza_(Dizionario_Biografico)/). In un articolo pubblicato nel 1995 sul quotidiano locale “La Voce di Mantova” Vittorio Sgarbi, incuriosito dalla qualità dell’opera, la riconduce alla mano di Alessandro Maganza, la cui formazione è influenzata dal manierismo veronesiano e dallo studio delle opere di Tintoretto e di Palma il Vecchio. Il suo linguaggio pittorico è chiaro, facilmente comprensibile, e riscuote il favore della committenza ecclesiastica come mostra l’elevato numero di dipinti conservati nelle chiese del territorio lombardo-veneto. D’altra parte il pittore conduce la propria bottega come un’azienda familiare, riservandosi sempre l’ideazione e il disegno delle opere e spesso anche l’esecuzione. Solo a partire dal secondo decennio del Seicento progressivamente lascia che i figli Marcantonio, Girolamo e Vincenzo eseguano le opere. L’attività della bottega termina nel 1632, quando Alessandro muore, mentre i figli, suoi preziosi collaboratori, sono già morti nel 1630 a causa della peste. In seguito il dipinto è menzionato da L’Occaso nel catalogo dedicato ai dipinti di Palazzo Ducale (2011), ma non è incluso nel catalogo dell’attività di Alessandro Maganza nella voce biografica compilata da Serafini nel 2006 per il Dizionario Biografico degli Italiani (citata in bibliografia di confronto). E’ da sottolineare come la pala in esame abbia riacquistato una cromia più morbida e luminosa dopo il restauro del 1999 (per un confronto si veda la fotografia ante restauro allegata alla presente scheda)
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300185210
- NUMERO D'INVENTARIO Mantova. Chiesa di San Maurizio. Inv. Dem. 114
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
- DATA DI COMPILAZIONE 2013
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0