Madonna con Bambino e San Giovannino. Madonna con Bambino e con San Giovannino

dipinto, ca 1500 - ca 1510
  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a olio
  • AMBITO CULTURALE Ambito Ferrarese
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Scuola Leonardesca (elenco Legato Oggioni, 1848)
    Scuola Veneta (elenco, 1892)
    Scuola Veneta (ricci, 1907)
    Scuola Lombarda (malaguzzi Valeri, 1908)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Pinacoteca di Brera
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo di Brera
  • INDIRIZZO Via Brera, 28, Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Su retro della tela sono un cartellino che registra la tela come "13 legato Oggioni" e quattro timbri di ceralacca frammentari: il primo riporta la scritta "Bologna" e raffigura un ombrello (papale?) e due stelle; il secondo raffigura un'aquila incoronata con le lettere "F.I." nel corpo e la scritta "...PER L'ESPORTAZIONE..NO..C.R.A.C"; su di un terzo, di cui si conserva la metà sinistra, è scritto "DOG...IL DAZIO CH...COLLI..." e intorno"...I.R....IN....PNI". Infine del quarto timbro resta solo una lettera "S" mentre non è leggibile il disegno; anche questo timbro è frammentario e ne resta solo la parte sinistra. Le indagini a raggi infrarossi hanno rivelato il disegno sottostante che Ceriana dice "bellissimo" e che rivela "alcuni lievi pentimenti". Matteo Ceriana ricostruisce a partire dai timbri "la storia del piccolo dipinto che sembra essere uscito in qualche momento dallo Stato Pontificio ed entrato, e forse in seguito riuscito e ancora rientrato, in Lombardia come testimonia il timbro di Brera, riscontrato anche su altri dipinti passati sul mercato antiquario milanese, e che normalmente era apposto ad autorizzare l'esportazione di un opera d'arte" (M. Ceriana. Pinacoteca di Brera, Addenda, n. 254). Nulla invece al proposito del più piccolo dei timbri, testimonio di un'appartenenza a una precedente collezione, poichè non esiste tuttora "un repertorio di questi importanti contrassegni". Come rivela un'altro dei timbri il quadro fu in collezione Oggioni prima di pervenire alla metà del XIX secolo nella galleria braidense. Tale collezione era connotata dalla presenza di dipinti provenienti per la maggiore dalla Romagna e dalle Marche (C. Ricci, La Pinacoteca di Brera", Bergamo, 1907, pp. 214-215); se l'elenco dei dipinti connesso al testamento di Pietro Oggioni (5 agosto 1848) registra la piccola tavola come di "scuola leonardesca", la lista di Malaguzzi Valeri, compilata nel 1892, sembra attribuire il dipinto a "scuola veneta" annettendogli un valore economico notevole (mille lire). La definizione di un'area veneta quale provenienza originale del dipinto, non estranea al carattere dei dipinti appartenuti a Pietro Oggioni poichè in quella collezione di dipinti veneti se ne conservavano molti, è poi ripresa anche da Corrado Ricci, più sopra citato (1907, 215), mentre più tardi Malaguzzi Valeri (1908, p. 172) preferirà indicarla come "una modesta opera di scuola lombarda del XVI secolo". L'opera è secondo Matteo Ceriana di notevole valore, per la "qualità assai elevata e per la "stesura pittorica sostenutissima". Quanto all'area di provenienza "non è difficile localizzarla a Ferrara in apertura del XVI secolo". Il confronto va fatto con le opere di Dosso Dossi degli inizi secondo decennio del secolo, ove torna un'analoga elaborazione dei modelli di Giorgione e di Tiziono corretta dalla precoce conoscenza di Raffaello. Si veda in proposito A. Ballarin "Dosso Dossi e la pittura a Ferrara negli anni del ducato di Alfonso I", II, Padova 1994-95; il raffroto tra il dipinto di Brera e le opere appartenenti al cosiddetto "gruppo Longhi" è secondo Ceriana quanto mai illuminante, tutte opere assegnate poi da Ballarin alla giovinezza del pittore che, dopo un soggiorno veneziano, ritroviamo attivo prima a Mantova e poi a Ferrara (tra il 1512 e il 1514). La stesura diquesta piccola opera appare tuttavia più arcaica di opere quali "Il Bagno" di Castel Sant'Angelo o della pala di Santa Maria in Vado; accostabile dunque a esperienze ancora vicine a Boccaccio Boccaccino o al primo Garofalo e del Mazzolino. Dunque a opere di primo Cinquecento. E ciò induce a ritenere la bella Madonna Oggioni entro i primi anni del primo decennio del secolo. Il catalogo della mostra di Dosso Dossi, 1998, a cura di Bayer e Lucco ha infine rivisto l'assegnazione delle opere del "gruppo Longhi" togliendole a Dosso, e aprendo un'accesa discussione tra gli storici dell'arte ancora in corso
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300183058
  • NUMERO D'INVENTARIO Reg. Cron. 668o763
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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