capitello, insieme - bottega milanese (sec. XI)

capitello,

Capitelli di pietra di ceppo scolpita. Raffigurano: recto: grifone alato ghermisce con gli artigli un agnello; a destra: grandi pigne appuntite entro lobi con nervature a più solchi decorate con fogliette trilobate riprese anche a sinistra; verso: grandi racemi intrecciati con nervature a tre solchi; piccolo abaco. Alla base semplice listello liscio arrotondato

  • OGGETTO capitello
  • MATERIA E TECNICA pietra/ scultura
  • AMBITO CULTURALE Bottega Milanese
  • LOCALIZZAZIONE Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE I prototipi di queste figurazioni vanno ricercati in bronzi orientali soprattutto fatimidi dell'XI secolo (bruciaprofumi, acquamanili, parti di fontane, aquile per leggii). La decorazione a motivi vegetali è ripresa da antichi capitelli corinzi e le varianti in senso medievale, capitelli fasciati al modo bizantino da una fitta vegetazione d'acanto spinoso di più antica origine. Continuazione dell'antica maniera longobarda, gli intrecci a tre nervature che nel IX secolo aveva raggiunto già una grande regolarità e agli inizi già apparivano allentati e sconnessi. Si passa da forme più semplici alle più complesse rinnovandosi i nastri con fogliette triplici e quadruplici terminali più raramente in pigne aguzze striate. Decorazione praticata senza rigore geometrico. Il quadriportico, ora detto "Atrio di Ansperto" è citato per la prima volta. In una bolla di Alessandro III nel 1174 (Ambrosioni, 1972, p. 176). Per la datazione riferlmenti di questi captelli con la scultura alto medievale e che risentono dello stile "italo-bizantino" dei sec. IX e X sono indicati da Cattaneo (1891 p. 218).Il Dehio Bezold (1887,I p. 198) trova affinità con quell1 coevi di Quedilimbergo. Lo Zimmermann (1897 p. 14) li data alla seconda metà dell'XI secolo; 12 Toeaca (1927 p. 755) conferma questa datazione e trova affinità. con quelli dell'atrio e della. cripta del Duomo di Modena (prima del 1099). Il Kantzsch (1922 p. 123) ricorda anche somiglianze con alcuni di Bologna datandoli 1100-1110. Il Francovich (1952, p. 13) li data alla prima metà del XII secolo e l'Arslan (1954) rileva affinità con quelli del Duomo di Parma (fine XI secolo) derivati da questi di S. Ambrogio come anche quelli di S. Sigismondo a Rivolta d'Adda e della milanese S. Maria d'Aurona. Da tenere presente che parecchi capitelli furono rifattj nel 1631 da Francesco Richini (oltre alla cornice terminale del tiburio) e altri dopo la guerra. I captelli di ricco senso decorativo e abilità. tecnica, hanno diverse fogge e decorazioni e proporzioni a seconda della della destinazione loro assegnata ma si possono agevolmente ricondurre ad un'unica grande officina di lapicidi pur con diverse tendenze la cui presenza è accertata a Milano nell' ottava decade dell'XI secolo che è precorritore del maturo gusto romanico e che deriva l'ispirazione dal patrimonio tardo-romano, dal mondo orientale e bizantino riproposti per interposta interpretazione longobarda: dalle fibule barbariche fondendole in una "forma più autoctona nutrita di valori intimamente lombardi" (Arslan 1954, p. 550). Quelli dell'atrio non differiscono nell'esecuzione dagli altri "il che permette di concludere che nella fabbrica delle navate e dell'atrio si procedesse con una certa sollecitudine" (Arslan 1954, p. 539)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300175513
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • DATA DI COMPILAZIONE 1986
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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