dipinto, ciclo di Boselli Antonio (sec. XVI)

dipinto, ca 1503 - ca 1503

Ciclo di affreschi

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • ATTRIBUZIONI Boselli Antonio (1470-1480/ 1532)
  • LOCALIZZAZIONE Almenno San Salvatore (BG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Cfr. scheda 03/00175374. Il ciclo degli affreschi risulta seriamente danneggiato: cfr. scheda 03/00175381.1. Gli affreschi sulle due pareti laterali furono probabilmente prima scialbati e poi per lungo tempo ricoperti dalle due tele secentesche con miracoli di S. Nicola, collocati dopo il 1965 nella quarta cappella a destra: potrebbe essere così spiegata la presenza di una impronta con abrasione della pellicola pittorica di forma rettangolare di dimensioni analoghe a quelle detle due tele. Per quanto riguarda l'antica collocazione dei due dipinti in questa capp., rimossi per scoprire gli affreschi, e nel 1965 in sacrestia, cfr. in Inv. 1965 N.B. a p. 73. Bisogna inoltre ricordare l'appartenenza al ciclo decorativo dell'affresco di recente scoperto sulla facciaprincipale dell'altare: cfr. scheda 03/00175381.2. E' merito del Capuani 1964, p. 3, aver assegnato queste pitture ad Antonio Boselli, questa volta in base a considerazioni stilistiche. Si tratta forse della terza cappella segnalata da Tassi, cit.. Non è stato a tutt'oggi ritrovato il polittico del Boselli che, per analogia con le altre due cappelle, era forse anticamente qui collocato. La cappella era forse quella originariamente sorta in onore di S. Caterina di cui si parla in un lascito testamentario del 15 agosto 1518: cfr. ms. Almenno f. 23, cit. da Manzoni 1988, p. 199 n. 59 : lo stupendo affresco con le Nozze mistiche di S. Caterina sulla parete di destra lo confermerebbe. Le parti figurate degli affreschi di questa cappella sono state studiate da Argenti-Barachetti, cit. pp. 326, 327, figg. a pp. 330, 331, 332, 325: vengono proposti generici rapporti iconografici e stilistici con Zenale e con la pittura definita di ambito veneto di Previtali e di Bartolomeo Vivarini dopo il 1486. Manzoni 1988 p. 198 descrive brevemente le scene principali, assegnandole a Boselli. Mancano dati documentari relativi alla paternità degli affreschi, certamente assegnabili ad Antonio Boselli per motivi stilistici più avanti illustrati. Come per la prima cappella a sinistra di S. Rocco (scheda 03/00175374), anche in questo caso la presenza di una mente unitaria -Antonio Boselli- responsabile dell'intero programma delle pitture della cappella sembrerebbe comprovata dai particolari apparentemente secondari di uno studiato apparato decorativo ancora riconoscibile nonostante i gravissimi danni subiti dal complesso: sulla parete sinistra e destra, rispettivamente sotto i grandi riquadri" con scene figurate, si scorgono i resti di un'altra zoccolatura dipinta con un motivo a finto marmo. Inoltre un delicato motivo ad intreccio si svolge intorno alle due scene principali sulledue pareti laterali, viene riproposto con varianti sia come incorniciatura della parete di fondo, le cui pitture per il resto sono perse, sia per decorare l'intradosso dell'arco di ingresso alla cappella: se ne conserva un brandello sull'imposta a sinistra. Le scene della volta a botte, quasi completamente perse, tranne brani con figure su un terreno con sassi a sinistra, ed altre meno leggibili a destra (cfr. Argenti-Barachetti cit. p. 326, fig. p. 332) erano incorniciate con unasobria finta modanatura, con motivi gigliati rivolti verso l'interno. L'incorniciatura degli affreschi sui pilastri è molto più semplice e dal ductus più incerto. Inoltre, osservando l'effetto di insieme delle due grandi scene conservate sulle pareti, si noterà che la rigorosa scansione spaziale e prospettica data da pavimento a scacchi e da soffitto a cassettoni, e dalle semplici pareti laterali in scorcio, obbedisce ad un sistema prospettico unitario, dove anche unico deve essere il punto di vista dell'ideale osservatore, al centro dell'ingresso della cappella. Tale attenzione alla relazione tra spazio reale e spazio dipinto, tipica dell'ambiente milanese nel periodo delle feconde ricerche tra Zenale e Leonardo, sembra confermare la supposta paternità boselliana degli affreschi, avanzabile inoltre per la stringente affinità nell'impostazione delle scene come nella tipologia di corpi e volti, con la Madonna di Ponteranica, firmata e datata 1495: cfr. Toesca P., 1918, p. 20, tav. XXXI
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300175382-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • DATA DI COMPILAZIONE 1996
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

BENI COMPONENTI

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