vaso con fiori
dipinto,
ca 1650 - ca 1670
Francesco Mantovano (cerchia)
notizie post 1636/ 1674
dipinto con cornice lignea modanata
- OGGETTO dipinto
-
ATTRIBUZIONI
Francesco Mantovano (cerchia)
-
ALTRE ATTRIBUZIONI
Daniel Van Den Dijck O Va Den Dyck
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Ducale
- INDIRIZZO Piazza Sordello, 40, Mantova (MN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Difficile stabilire l'esatta provenienza delle tre tele, che a lungo sono state discusse come un unico complesso, mentre differenze qualitative e dimensionali tra la 11252 e le altre due suggeriscono prudenza circa una comune origine. È stato supposto (OZZOLA 1949, nn. 193-195; OZZOLA 1953, nn. 193-195) che esse ornassero in origine gli stipi del camerino dei Mori in palazzo Ducale; quella decorazione viene eseguita a Venezia attorno al 1657 dall'anversano Daniel van den Dyck per Carlo II Gonzaga Nevers. Già nel 1714 però queste pitture erano state asportate e sostituite da ritratti, anch'essi poi perduti (BERZAGHI 1988b, p. 92; Dai Gonzaga agli Asburgo 2008, p. 29). Come scrive Berzaghi (in Pittura a Mantova 1989, p. 262) "oggettivamente mancano sufficienti riscontri" per identificare i tre dipinti con quelli realizzati per il Palazzo e, anzi, la loro assenza nell'inventario del 1714 è decisiva per escludere che si tratti delle nature morte dipinte nel 1657 dall'anversano. Purtroppo non è facile individuare questi quadri negli inventari sette-ottocenteschi del Palazzo, poiché di nature morte ne sono segnalate molte e tutte di dimensioni simili. Nell'inventario del 1803 sono incerto se riconoscerle in tre quadri di proprietà dell'"ex Camera" e di braccia 2x1 (cm 90x45 ca.: App. 6, nn. 95-97), o in altri tre provenienti da Santa Caterina da Siena, di braccia 1½x1 (cm 68x45 ca.: App. 6, nn. 164-166); la prima ipotesi, preferibile, implicherebbe una presenza in Palazzo almeno dalla seconda metà del XVIII secolo. Inventariati nel 1937 come pitture di "fare fiammingo del 700" e nel 1948 (sul registro statale) come di "scuola fiamminga sec. XVII", i dipinti vengono attribuiti dubitativamente a Daniel van den Dyck da OZZOLA (1949, nn. 193-195; 1953, nn. 193-195), con una conseguente datazione tra il 1657 e il 1662, anno di morte del pittore (PICCINELLI 2011, p. 95 nota 113). La proposta è accolta con riserve da IVANOFF (1953, p. 248), dalla PERINA (1965b, p. 516), da PACCAGNINI (1973, p. [34]) e da PALLUCCHINI (1981b, I, p. 169), mentre Berzaghi, come si è detto, tende a svincolare con decisione le tre tele dai documenti che riguardano l'anversano. Come possibili sue opere le tele sono però menzionate recentemente (Repertory 2001-2002, I (2001), pp. 137 nn. 172-173 e 139 n. 181), pur con la considerazione che la 782 è di mano diversa delle altre due e che l'una o le altre hanno eguali possibilità di spettare a Van den Dyck. Semplicemente come pitture fiamminghe del Seicento sono ancora citate da me (L'OCCASO 2002, p. 87) e da Sanguineti (in Fiamminghi e olandesi 2002, p. 55). Una diversa prospettiva è aperta dalla TOSETTI GRANDI (2000, pp. 114-118), la quale per prima segnala la diversità di mano tra la 782 e le altre due Nature morte e suggerisce che queste ultime, per quanto non riconducibili allo stile tipico di Francesco Mantovano, possano al massimo spettare al suo ambito. L'artista (documentato dal 1636) si identifica anagraficamente con un Francesco di Giacomo Caldei di origine mantovana ma attivo a Venezia, anche assieme a Daniel van den Dyck, e lì morto novantenne il 22 maggio 1674 (CECCHINI 2006); partendo da un nucleo di suoi dipinti conservati nella Pinacoteca dell'Accademia di Rovigo è stato costruito un ricco catalogo di nature morte (BOCCHI, BOCCHI 1998, pp. 392-410; TOSETTI GRANDI 2000). È peraltro possibile che l'artista, seppure costantemente a Venezia, abbia servito anche Carlo II. Con questa chiave di lettura sono tentato di interpretare una lettera del 2 dicembre 1648, dalla Serenissima, di Francesco Framberti: "Invio a Vostra Altezza quattro quadri di frutti fatti da un pittore suddito dell'Altezza Vostra, che si trattiene in questa casa. L'applauso universale che ricevono l'opre del medesimo huomo, che ne' primi suoi anni fece in Roma et di poi in Venetia particolare studio nella pittura di tal genere, m'ha invitato a far comparire avanti l'Altezza Vostra gli stessi quadri, anzi m'ha data speranza che Vostra Altezza non sarà per sdegnarli" (ASMn, AG, b. 1570). La TOSETTI GRANDI (2000b, p. 17) nota che l'autore del 782 "sceglie, per la decorazione del suo vaso, la citazione puntuale fino alla meticolosità della Battaglia di tritoni da una stampa della serie dei Vasi all'antica da Polidoro da Caravaggio, impressa da Aegidius Sadeler II". Soggetti mitologici sono dipinti anche sugli altri due vasi: sul 783 è rappresentato Perseo col suo cavallo alato sulla destra, mentre tiene nella mano sinistra la testa della Medusa; sul 784 è una donna che scappa da un uomo che la insegue (Apollo e Dafne?). In tutt'e tre le tele, il colore è sottile e steso per velature e la gamma cromatica risulta piuttosto opaca. I soli dipinti sicuri di Francesco Mantovano, quattro Vasi di fiori conservati a Rovigo, Accademia dei Concordi, mostrano caratteristiche stilistiche incompatibili con i nostri tre quadri: CONTINUA NEL CAMPO OSS
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300152581
- NUMERO D'INVENTARIO St. 783
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
- DATA DI COMPILAZIONE 2010
-
DATA DI AGGIORNAMENTO
2009
2013
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0