Il mito di Adone (fronte)

sarcofago, 199 a.C - 101 a.C

Fronte di sarcofago rettangolare con profilo sporgente in basso e orlo superiore a listello. Perduta la testa della Venere seduta. Integrata la parte bassa del viso della Venere centrale; sotto una sezione di marmo è rotta e riconnessa. Alcune teste sono state rifatte in sostituzione di altre cadute e documentate in antichi disegni (Levi). Varie abrasioni e scheggiature

  • OGGETTO sarcofago
  • MATERIA E TECNICA marmo/ scultura/ trapanatura
  • MISURE Altezza: 75 cm
    Lunghezza: 217 cm
    Spessore: 9.5 cm
  • AMBITO CULTURALE Arte Romana
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Ducale
  • INDIRIZZO Piazza Sordello, 40, Mantova (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il rilievo, che costituisce il fronte di un sarcofago, consta di due scene leggibili da destra a sinistra. A destra si vede un albero di olivo, su cui sta un'aquila acefala, tre querce sul fondo e dei giunchi in basso. Poi il cinghiale viene assalito da due cani e da quattro cacciatori ( un quinto è nello sfondo) in tunica e armati di lancia. Adone è semisdraiato davanti all'animale, poggia la mano destra su una roccia sotto la quale si intravede un animaletto, mentre la sinistra si appoggia sul ginocchio corrispondente presso la ferita. La clamide gli è scivolata dietro la schiena. Da sinistra sopraggiunge Venere parzialmente coperta da un velo, con la mano sinistra doveva stringere uno scettro di cui resta la parte inferiore, mentre il braccio sinistro è sollevato.In testa ha il diadema e intorno tre amorini alati : uno tira il braccio di Adone, un altro sta sulla roccia e il terzo svolazza davanti alla dea. La scena è definita da un pilastro decorato da quattro amorini che possono essere i geni delle stagioni. La seconda scena, a sinistra, si svolge in un interno identificabile dalla tenda drappeggiata sullo sfondo. Adone seduto,vestito solo della clamide, solleva la gamba ferita mentre un amorino lo cura con una benda, un altro più in basso tiene con sé un bacile d'acqua ( o un vaso con unguenti). Adone si volge all'indietro verso Venere, assisa su un sedile con poggiapiedi e vestita di chitone e peplo, l'abbraccia con la destra mentre gli astanti sostengono il suo braccio sinistro. Presso la dea è un amorino, ai piedi di Adone un cane, sullo sfondo cinque figure maschili barbate. Il soggetto del mito di Adone era molto diffuso e però derivare da prototipi ellenistici, ravvisabili nei particolari. Le teste spesso sono dei ritratti e quelle barbate presentano dei caratteri severiani cui ben si accorda l'abbondante uso del trapano. La Levi propende ad anticipare il rilievo dell'età antonine. Fu riprodotto su molti disegni e anche su due medaglie del Pisanello (Dulière 1966). Si suppone che fosse in origine a Roma; poi portato a Sabbioneta. Da qui al Museo dell'Accademia nel 1774-75. Con questo trasferita al Palazzo degli Studi nel 1784 (circa). Poi a Palazzo Ducale a seguito della Convenzione del 1915 tra Comune di Mantova e Stato Italiano
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300152423
  • NUMERO D'INVENTARIO Inv. Gen. 6734
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Cremona, Lodi e Mantova
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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