Ulisse e Telemaco (?)

dipinto, ca 1594 - ca 1597

Dipinto con cornice intagliata, modanata e dorata

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Pagni Benedetto Da Pescia (maniera)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Ducale
  • INDIRIZZO Piazza Sordello, 40, Mantova (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nel 2000 il quadro si trova presso l'antiquario Nicoletta Piccoli Emmer a Venezia e lì è sottoposto - attorno al 1999 - a un restauro che gli conferisce l'attuale e originale aspetto; infatti l'opera era stata anteriormente ridipinta e la figura del giovane trasformata in quella di una donna. Devo questa informazione alla Piccoli Emmer (com. or.), secondo la quale il dipinto si trovava, ai primi del Novecento, in Austria, donde sarebbe giunto entro la metà del secolo in una collezione veneziana. Nel 2000 il quadro viene presentato, come opera di scuola romana del XVIII secolo, all'Ufficio Esportazione di Venezia, che, nella persona di Adriana Augusti e negli strettissimi tempi concessi alla procedura, lo segnala alla Soprintendenza di Mantova come possibile opera "d'ambito di Giulio Romano". Come tale è acquistato dal Ministero, per sole 15.400.000 lire, e destinato alla Soprintendenza mantovana, dov'è inventariato appunto come opera della scuola di Pippi. Di lì a breve rilevo (S. L'Occaso, in Dipinti 2002, p. 45), e si tratta a oggi dell'unica menzione bibliografica del quadro mantovano, che la composizione è la stessa, pur con minime varianti, di un dipinto conservato nel Museo del Castello di Fontainebleau, ritenuto un'Educazione di Ercole e attribuito a Toussaint Dubreuil. Propongo tuttavia, in quell'occasione, di avvicinare la tela mantovana alla pittura fredda e quasi "accademica" del pesciatino Benedetto Pagni. Il dipinto bellifontano, leggermente più basso e largo (cm 133x122), presenta un'iconografia abbastanza simile, ma la figura in secondo piano è un centauro. La tela compare a un'asta del 1989 (Hôtel des Ventes de Bayeux, 16 luglio 1989, lotto 29) come Chirone e Achille, con un riferimento alla Scuola di Fontainebleau e una datazione verso il 1550-1560. In seguito la SCAILLIÉREZ (1992, pp. 302-309) la pubblica con un'attribuzione a Dubrueuil e proponendo una cronologia al 1594-1597. La studiosa ritiene infatti che la tela francese sia l'originale o al massimo una replica di un dipinto rappresentante Ercole "que l'on dresse à bien tirer de l'arc" realizzato da Dubreuil in un ciclo di Storie di Ercole dipinte nella Salle Haute del Pavillon des Poêles di Fontainebleau, perdute ai primi del Settecento ma descritte da padre DAN (1642, pp. 129-130). Per inciso, la BÉGUIN (1964, p. 93 nota 39) suggerisce invece che un disegno della Bibliothèque nationale (B 5 rés. D. 3159, don Herbet 1929) possa recare memoria di quella composizione, ma non mi è stato possibile vedere o far fotografare quel foglio, nonostante i ripetuti e gentili tentativi per me compiuti da Roberta Bartoli. Per la Scailliérez il centauro sarebbe quindi Pholos, protettore di Ercole anche se non suo maestro d'arco, qui rappresentato per una commistione con l'iconografia di Achille. Il nostro dipinto naturalmente non vuole illustrare lo stesso soggetto della tela francese: il centauro è qui sostituito da un uomo con barba, che guida la mano di un giovane nello scoccare una freccia. Il vero significato del quadro mantovano mi rimane pertanto oscuro poiché non mi pare corrisponda con precisione ad alcun passo omerico, neppure laddove si narrano le gesta di Odisseo e Telemaco. Neppure le sfingi in secondo piano (che troviamo già in opere di Giulio Romano) chiariscono l'iconografia. Va detto che la tela del Museo di Fontainebleau un'opera certa di Dubreuil e che essa sembra proprio rappresentare Chirone e Achille, secondo una tradizione iconografica non priva d'esempi (PIGLER 1974, II, pp. 278-279). La datazione agli ultimi anni del Cinquecento potrebbe essere troppo avanzata; le figure massicce e il ritmo binario della composizione (giustamente sottolineato dalla Scailliérez) hanno poco a che vedere con le capziose ricerche spaziali di Dubreuil e con la scuola di Primaticcio. Mantengo quindi delle riserve sull'opportunità di legare il dipinto mantovano a Dubreuil
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300151997
  • NUMERO D'INVENTARIO St. 109420
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
  • DATA DI COMPILAZIONE 2010
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2009
    2013
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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