porta - ad un battente, opera isolata - ambito Italia settentrionale (sec. XVII)

porta ad un battente, 1600 - 1699

Porta ad un battente caratterizzata su un lato da quattro grandi specchiature rettangolari, con larghe cornici aggettanti fittamente modanate, alternate ad altre quattro strette specchiature rettangolari orizzontali (due al centro a divisione delle grandi specchiature, e due in basso) inquadrate entro cornici del tutto simili. L'altro lato è interamente intarsiato e presenta quattro specchiature rettangolari al centro ed altre quattro più piccol orizzontali alle estremità (due all'estremità superiore e due all'estremità inferiore), con motivi centrali di forma mistilinea. La serratura originale è stata probabilmente asportata; pomolo metallico di forma ottagonale

  • OGGETTO porta ad un battente
  • MATERIA E TECNICA legno di noce/ intarsio/ modanatura
    METALLO
  • AMBITO CULTURALE Ambito Italia Settentrionale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Ducale
  • INDIRIZZO Piazza Sordello, 40, Mantova (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Abbastanza singolare in questa porta è il fronte intarsiato, forse più tardo rispetto all'altro lato in rilievo che nella geometria e rigorosa partizione in specchiature - riferibile secondo l'Ozzola al XVI secolo - sembra effettivamente riproporre schemi della tradizione rinascimentale che per questo genere di arredi si proptrassero comunque abbastanza a lungo, anche nel '600 e oltre. Come altre tre porte presenti in Palazzo Ducale, del tutto analoghe nella conformazione a specchiature (NCTN 00151437, 449, 482), non è da escludersi che anche la presente abbia una provenienza esterna al Palazzo Ducale e sia stata adattata solo in tempi abbastanza recenti alla sua attuale sede, forse nella prima metà del '900. La porta attualmente chiude uno degli accessi, ad un ambiente che doveva far parte dell'appartamento vedovile di Isabella d'Este, le cui stanze furono fatte decorare dalla marchesa negli anni 1522-23, quando si trasferì dal castello al piano terreno di Corte Vecchia. Il suo appartamento, detto appunto della Grotta, comprendeva anche le stanze di Santa Croce, situate nel palazzetto quattrocentesco parallelo alla Magna Domus che chiude con un quarto lato il cortile Ducale, nonchè altri ambienti ricavati nel braccio ad esso perpendicolare nascosto da un portico seicentesco. E' ora difficile percepire l'unità dell'insieme a causa di un passaggio aperto nel Settecento che dall'esterno porta al giardino interrompendo la continuità dei due rami dell'abitazione isabelliana. A partire dal passaggio, nelle prime due stanze di Santa Croce vi sono fregi monocromi con emblemi gonzagheschi e isabelliani; nella terza e quinta camera sono stati ritrovati importanti fregi di epoca precedente con imprese, bifore e transenne a colonnette di gusto gotico fiorito; una piccola volta rinascimentale su lunette dipinta con una delicata trama di foglie su fondo avorio nasconde parte del quinto ambiente. La quarta stanza, invece, identificabile con la sala Grande o Imperiale, è databile agli anni successivi al ritorno di Isabella D'Este a Mantova, dopo il Sacco di Roma (1527). Verso il cortile di Santa Croce, un corridoio con le consuete imprese isabelliane immette in una loggetta della seconda metà del Quattrocento; su un capitello, gli stemmi Gonzaga e Wittelsbach inducono a ritenere che in precedenza il luogo sia stato abitato da Federico I e Margherita di Baviera. Il ramo dell'appartamento che divide il cortile ducale da piazza Lega Lombarda è universalmente noto per la presenza dei camerini che ospitavano una delle più celebrate raccolte del Rinascimento
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300151489
  • NUMERO D'INVENTARIO Inv. St. 119686
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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