incontro di Papa Leone Magno con Attila

dipinto, ante 1614/04/10 - 1614/04/10

Personaggi: San Leone Magno; Attila; Ferdinando Gonzaga; Gabriele Bertazzolo; Francesco Gonzaga; Francesco Borgani; San Pietro; San Paolo. Figure: cardinali; vescovi; gentiluomini; soldati unni. Attributi: (San Leone Magno) veste ecclesiastica; pastorale papale; tiara; (Attila) veste orientale; turbante; (Gabriele Bertazzolo) ricco vestito verde. Architetture. Fenomeni metereologici: nuvole

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Borgani Francesco (1557 Ca./ 1624)
  • LOCALIZZAZIONE Roncoferraro (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'ingegnere gonzaghesco Gabriele Bertazzolo, autore della famosa conca di navigazione del 1609, riuscì a dimostrare che lo storico incontro tra il Papa Leone Magno e Attila avvenne a Governolo nell'anno 454. Gli fu quindi facile ottenere da Roma le reliquie del santo; diede poi l'incarico al pittore mantovano Borgani di dipingere un quadro raffigurante tale incontro. Il dipinto era stato eseguito per l'oratorio che sorgeva presso il castello e che fu poi sostituito dall'attuale parrocchiale del 1756; l'occasione dell'affidamento dell'esecuzione fu la prima processione indetta il 10 aprile 1614 descritta dal Bertazzolo nella sua relazione "...mi risolsi a far dipingere intanto per mano del Borgano, valentissimo pittore de' nostri tempi, un ancona, o quadro, per un altare..." (Bertazzolo, 1727, p. 10). Di questo dipinto è conservata nella chiesa una copia, opera del pittore veronese Maderna Giuseppe (1807) (cfr. scheda n. 00137704). La tela e il relativo altare sono menzionati in un inventario (ASDMn)del 1650, del 1722 e in un successivo inventario, senza data, databile al sec. XVIII (ASDMn); in questi documenti l'ancona e la pala sono ricordati all'altare maggiore della chiesa. Evidentemente dopo l'erezione della nuova parrocchiale l'altare di Papa Leone Magno e il relativo dipinto vennero spostati nella sagrestia. La tela di F. Borgani mette in scena un'orchestrata regia in cui la chiesa militante trionfa, per intercessione dei Padri della Chiesa, sulla barbarie di Attila, re degli Unni. Il dipinto rappresenta una delle più importanti realizzazioni del Borgani nel campo della pittura di storia, genere nel quale l'artista si era già fortemente applicato come dimostrano i grandi cicli gonzagheschi del castello di Goito. Per il Borgani uno dei più diretti riferimenti iconografici ebbe ad essere senz'altro l'affresco di Raffaello nella stanza di Eliodoro in Vaticano. Dal punto di vista compositivo la raffigurazione del Borgani appare inoltre assai affine alla scena scolpita qualche decennio più tardi (1646-1653) dall'Algardi in S. Pietro in Vaticano. Una stretta corrispondenza che induce a pensare ad uno stesso prototipo. L'opera è stata restaurata nel 1992 dagli operatori del Laboratorio di Restauro della Soprintendenza di Mantova dopo accurati studi e messe a punto della metodologia di intervento
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300135471
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Cremona, Lodi e Mantova
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
  • DATA DI COMPILAZIONE 1995
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
    2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO AUTORE - Borgani Francesco (1557 Ca./ 1624)

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'