altare maggiore, complesso decorativo di Quarenghi Giacomo, Manni Giacomo (sec. XVIII)

altare maggiore, 1798 - 1798

Una grande urna, appoggiata a sostegni con teste leonine, sta sotto la mensa. La struttura dell'altare, tutta impostata sulla bicromia dei marmi, è molto semplice, con plinti che sostengono le alzate peri candelieri; ma al di sopra si leva una alto e complesso ciborio, di linea (cfr. scheda n°00097110) elegantissima, per quanto alterata da un rialzo alla base

  • OGGETTO altare maggiore
  • MATERIA E TECNICA marmo verde delle Alpi
    bronzo/ doratura
    Marmo
  • MISURE Profondità: 177
    Altezza: 561
    Larghezza: 494
  • ATTRIBUZIONI Quarenghi Giacomo (1744/ 1817): disegnatore
    Manni Giacomo (notizie Dal 1806): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Romano di Lombardia (BG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La prima costruzione dell'altar maggiore risale al 1760 circa, nel 1765 furono eseguite fatture al "parapetto" e alla "scalinata dell'altar Maggiore" dall'indoratore Luigi Brunetti.Gio.Botta Cagnana nell'anno 1769 nel restauro utilizzò due angeli seicenteschi del vecchio altare e nel 1776 eseguì opere di falegnameria per la custodia dell'Eucarestia. L'altare fu commissionato il 17 luglio 1797, col beneplacito del Governo Provvisorio del Popolo Libero di Romano, a Pier Giacomo Manni di Albino in stile neoclassico.Il progetto è opera dell'architetto Giacomo Quarenghi e il Manni in calce di contratto dovette firmare questa dichiarazione: "Si dichiara che il disegno da eseguirsi è dell'architetto Quarenghi alla Corte dell 'lmperatore delle Russie. La consegna, fissata nel contratto per il 1798, avvenne nel 1799. Il 16 luglio 1799 fu stipulato dai Presidenti della Chiesa un contratto con "Gio.Betta Moltani lavoratore de romi in Milano" per l'esecuzione di bronzi, ornati e rame sbalzati. Il 2 dicembre 1799 fu infine stipulato un contratto con il doratore Carlo Venanzio di Bergamo per le dorature dell'altar Maggiore. Nell'anno 1922, sul progetto dell'ing.Luigi Angelini, la tribuna dell'altare fu modificata alzandola di cm.29, in quanto il suo aspetto era sembrato tozzo. Ciò alterò le proporzioni del ciborio già di linea purissima ma ancora ora non è difficile ricostruire mentalmente le linee straordinariamente nitide di questo precoce frutto neoclassico in terra bergamasca
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300097108-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • DATA DI COMPILAZIONE 1976
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

BENI COMPONENTI

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