storie di Sant'Antonio da Padova

dipinto, 1350 - 1399

La parete era divisa in zone regolari, su due registri, in quella superiore si scorgono due scene di cui quella destra è l'unica a conservare lo strato pittorico che raffigura una scena di compianto, con il corpo di un defunto sul letto funebre mentre una donna, avvolta in un manto bianco, implora il santo, di cui si scorge la mano benedicente. Una grande lacuna centrale estesa per tutta l'altezza interessa entrambi i registri. La sinopia di sinistra nello stesso registro raffigura, diversamente da quanto sostenuto da altri, una scena di vestizione monastica con due frati (uno inginocchiato) mentre aiutano un terzo ad indossare il saio. Inferiormente si scorgono i resti di quattro diverse scene, divise in partizioni rettangolari. Iniziando da sinistra si ha: una scena con figure assiepate di borghesi, oranti, davanti al santo, di cui rimane solo un frammento della tunica, una scena con il santo stante, in preghiera, davanti a cui è inginocchiato un uomo in armi. Segue poi la grossa lacuna che lascia scorgere solo due figure di giovani frati al di sopra di un pezzo di ghiera colorata a fasce. Nell'ultimo pannello è raffigurato il santo, barbato, stante e di profilo davanti al quale si inginocchia una monaca alla presenza di una donna, in piedi, in atteggiamento devoto

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco/ terra rossa
  • AMBITO CULTURALE Ambito Lombardo
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Chiesa di S. Francesco d'Assisi
  • INDIRIZZO Piazzetta San Francesco d'Assisi, Brescia (BS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Le sinopie e il lacerto dipinto furono ritrovati nel 1938 (ma non sono citati dal Morassi) durante lavori di restauro e furono attribuiti alla seconda metà del '300 (Tonolini-Monegatti), che vedono nelle scene la resurrezione di un giovane da parte del santo padovano implorato da una madre (alto a destra), mentre alla sinistra vi scorgono "un frate inginocchiato implora una grazia del santo" (che qui si da invece come "vestizione") e, in basso: "Sant'Antonio che predica ad un ladrone convertito". Le due scene laterali glorificano l'una il taumaturgo che libera un nobile ossessionato, l'altro che benedice una suora inginocchiata. Questo ciclo doveva certo continuare anche sull'altra parete, demolita quando la cappella fu ampliata. L'analisi del ciclo fu tralasciata dall'Anelli e dalla Guzzo a causa delle condizioni di frammentarietà dell'insieme. E' singolare la forza del divario stilistico tra le sinopie, di tradizione giottesca lombarda, e la resa pittorica dell'unica scena dipinta che si è conservata. Tanto le prime sono fluide e naturalistiche quanto il secondo è convenzionale nelle soluzioni cromatiche, nei panneggi privi di volume, negli incarnati verdastri di tradizione romanico-bizzantina. Anche a causa di questo persistente arcaismo la datazione non può essere posta molto dopo la metà del secolo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300092326
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
  • ISCRIZIONI Un'iscrizione è posta superiormente alla scena con il santo e l'armato in ginocchio, è in caratteri gotici, corsivi, ma praticamente illeggibile. Un'altra compare nella I scena inferiore sinistra -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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