decorazione pittorica, complesso decorativo di Procaccini Camillo (e aiuti) (sec. XVII)

decorazione pittorica 1616 - 1619

Otto riquadri con storie della Vergine e episodi della Bibbia e pennacchi e riquadri nella volta

  • OGGETTO decorazione pittorica
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Procaccini Camillo (e Aiuti)
  • LOCALIZZAZIONE Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Le vicende della cappella sono legate alla presenza nella chiesa della Confraternita della Vergine del Carmelo. Già collegata alla chiesa nel 1511 (Fornari), solo nel 1588 ottenne, con l'obbligo di restaurarla, questa cappella un tempo di proprietà dei Porro e dedicata a Sant'Apollonia, il cui culto fu trasferito nella cappella attigua. Adornata di pitture tra il 1616 e il 1619 dal Procaccini, venne ampliata da Quadrio tra il 1673 e il 1676, anno dell'inaugurazione, rivestita di marmi e stucchi e arredata dell'altare (fu tolto quello antico in legno con statua della Madonna). Ingrandita nel 1730, fu arricchita nel corso del '700 e '800. All'interno erano collocate quattro sepolture pavimentali, due per i confratelli dell'Abito e due per le consorelle. Sulla scorta del Borsieri, la decorazione pittorica è stata a ragione assegnata a Camillo Procaccini che avrebbe intrapreso i lavori con l'aiuto di collaboratori dal 1616. Nel Forcella è citata una lapide presente in origine nella cappella, che commemorava l'erezione di 4 sepolcri, 2 per i confratelli dell'Abito e 2 per le consorelle, avvenute nel 1616. Borsieri nel 1619 ricorda che tra gli "abbellimenti fatti in Milano tra il 1595 e il 1619" vi è anche quello del Carmine, "dipinto a olio dal medesimo Camillo", quindi nel 1619 l'opera era compiuta. In seguito la cappella subì molte modifiche: nel 1730 per notizia riferita dal Latuada fu restaurata e rimessa nella sua prima venustà e decoro (notizia del Latuada); in un'epoca assai prossima a quell'anno, ma precedente, vennero aggiunti i quattro affreschi di S.M.Legnani Il Rutta parla della cappella del Carmine di sfuggita e sostiene che i dipinti non sono di Camillo Procaccini, nome visibilmente cancellato, bensì di Carlo Cane, attribuzione assolutameete insostenibile e calata non si sa da dove. La critica recente ( Valsecchi, 1974, 20) all' interno dell'individuazione del percorso stili stico di Camillo , ha ripreso l' attribuzione tradizionale, mentre non è stata ancora posta in luce la parte, senza dubbio significativa, spettante ai numerosi e sconosciuti aiuti del maestro, la partecipazione dei quali è rilevabile non solo nei tratti qualitativamente cedenti, ma anche là dove la definizione fisionomica delle figure non corrisponde al repertorio camilliano
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300089750-8
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • DATA DI COMPILAZIONE 1978
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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