a forma di prospetto architettonico presenta nella predella, entro vani ad arco, sono a rilievo cristo e gli apostoli; il registro inferiore è diviso in tre scomparti; in quello centrale, rettangolare, si trovano le statue della natività; nelle nicchie ad arco laterali vi sono le statue di s. giorgio e sant'antonio abate. gli scomparti sono divisi da pilastrini con candelabre dorate, in rilievo su fondo azzurro, con capitelli ornati da busti femminili nudi e fogliami; sopra corre trabeazione con grifi affrontati e vasi e vasi, dorati su fondo azzurro. il registro superiore è formato da un frontone con timpano triangolare, nel quale è una lunetta delimitata da una cornice a palmette, dove si trova il busto del cristo in passione; nel timpano è il busto del padre eterno. ai lati sono due lunette con busti di santi. tutti gli elementi sono coronati da palmette con volute floreali e vasi
- OGGETTO ancona
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ATTRIBUZIONI
Bussolo Pietro (notizie 1473-1526)
De Passeris Andrea (notizie 1487-1517)
- LOCALIZZAZIONE Grosio (SO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il restauro recente ha liberato l'ancona dalle ridipinture, riportando in luce la policromia originale (Coppa 1985, p. 110). In origine l'ancona "era inserita entro una cassa lignea sagomata, analogamente a quanto avviene per altre ancone lignee quattro-cinquecentesche... La collocazione attuale dell'ancona, sporgente in avanti sul piano della mensa d'altare, è la conseguenza di un intervento di restauro effettuato fra il 1912 e il 1913 dal Perrone, che per esigenze statiche dovette riportare a filo la parete orientale della cappella minacciata da cedimenti" (ib.). Dopo il 1598 l'ancona fu corredata di due antelle ove erano dipinti i Misteri del Rosario (ib.), poi perdute. Nella stessa epoca, probabilmente, l'ancona fu smontata e rimontata con collocazione erronea dei capitelli e delle candelabre nel registro inferiore (ib.). Portata a Roma nel 1917, fu riportata nella sua sede nel 1920 (ib.). L'intaglio, sempre assegnato al pittore De Passeris, è stato attribuito a Pietro Bussolo da Paolo Venturoli (1985); S. Coppa (1985) conferma questa attribuzione "per le forti analogie stilistiche rilevate con le ancone bergamasche di Albino e di Villa d'Adda" (p. 112). La Coppa pone una serie di confronti (cfr. schede successive). Conclude, riferendosi in particolare ad Albino, che "la comparazione accurata fra le statue e i rilievi delle due ancone consente agevolmente di moltiplicare, non solo stabiliscono in forma definitiva un'identità di mano, ma suggeriscono altresì una prossimità di cronologia, anche se l'ancona di Albino, dalla tornitura plastica più morbida e piena, dovrebbe essere di qualche anno posteriore a quella grosina" (1985, p. 116; cui si rimanda anche per bibliografia precedente)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300086927-0
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio e Varese
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
- DATA DI COMPILAZIONE 1991
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0