piviale, elemento d'insieme - manifattura veneziana (sec. XVIII, sec. XVIII)

piviale, ca 1735 - ca 1735

Il flusso decorativo si svolge in verticale per intrecci di steli e fiori, tra cui sono riconoscibili garofani, margherite ed anemoni. Tali soggetti compaiono per effetto quasi esclusivo, delle trame policrome in seta, mentre all'argento filato e all'effetto damasco del fondo in seta rosa spetta soprattutto la definizione di fogliami, volute e di motivi fantasiosi. L'oro filato interviene in brevi tratti, accostandosi all'argento o disegnando minute inflorescenze. Il gallone reca un disegno a nastro serpentino a cui si alternano piccole corolle a cinque petali. Il bordo esterno del mantello ed il cappuccio sono anche corredati da un gallone a frangia laminata d'argento. Sul cappuccio è ricamato, in oro filato e in lamina, un motivo a due ovali sormontati da un ostensorio. All'insieme dell'ovale di sinistra è raffigurato un vescovo martire, identificabile in Sant'Erasmo, in quello di destra è invece raffigurata una torre

  • OGGETTO piviale
  • MATERIA E TECNICA pietre artificiali
    ARGENTO
    oro/ filatura
    paillettes
    seta/ lampasso damascato
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Veneziana
  • LOCALIZZAZIONE Castel Goffredo (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il piviale costituisce, unitamente ad una coppia di dalmatiche (scheda n. 187) e ad una coppia di stole e di manipoli (scheda n. 188), un unico parato liturgico. Il tessuto è definibile come: lampasso damascato e broccato. Il fondo è damascato, con effetti di decoro dovuti al comporsi dell'armatura raso e gros de Tours. Il resto della decorazione è dovuto a più trame broccate color azzurro, celeste, verde, bianco, giallo e diverse sfumature di rosa, oro e argento filati su accia liscia e accia ritorta. Tutte queste trame sono legate in diagonale da una catena supplementare in seta color perla. In alcuni punti si può anche notare l'inserzione di paillettes e pietre dure, la maggior parte delle quali è andata tuttavia perduta. Il piviale è stato rifoderato; nella fascia di fondo sono presenti numerose giuntature di tessuto. Il gallone non è originale, si veda in merito la scheda n. L'aspetto che maggiormente caratterizza il decoro di questo tessuto è il generale addensarsi, su tutta la superficie, di motivi decorativi dalle movenze sinuose, nonchè la presenza di alcune astrazioni che rimandano a moduli "astratti" e "bizarre", tipici della produzione tessile del primo ventennio del sec. XVIII. Qui tuttavia, la limitazione di tale elemento, una certa verità naturalistica nella definizione dei fiori, sebbene non ancora trattati nei termini di cromia e consistenza figurativa del periodo "naturalistico" e l'assenza di un riconoscibile meandro per maglie serpentinate, dovrebbero collocare quest'opera nella metà dehli anni 1730. E' inoltre da sottolineare la presenza consistente di trame argentate e dorate, quasi in prevalenza rispetto a quelle di seta, il chè stabilirebbe un'interessante rapporto con uno specifico tipo di tessitura nel veneto, noto come "ganzo" (cfr. F. Podreider, Storia dei tessuti d'arte in Italia, Bergamo 1928; Devoti-Romano, 1981, scheda n. 11, pagg. 159/ 161). Questo parato ha il rosa come colore di fondo, ed è pertanto specifico, all'interno della lirurgia cattolica, per due sole occasioni: la messa gaudente della terza domenica di Avvento e la messa laetare della quarta domenica di Quaresima. Il ricamo sul cappuccio è probabilmente, un'aggiunta posteriore, come denunciano le accentuate movenze rococcò, e la tore pare riassumere nelle sue sembianze, la parte terminale del campanile di S. Erasmo, congiunta alle forme della torre civica, entrambe costruzioni emplematiche di Castel Goffredo. Questo specifico motivo è riproposto anche sulla pianeta analizzata nella scheda n
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300080349
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Cremona, Lodi e Mantova
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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