lapide tombale,
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Lastra parallelepipeda in marmo bronzetto di Verona, lavorata a martellina e composta da quattro frammenti. Varie sono tuttavia le scheggiature e le lacune, risarcite da integrazioni. Sul lato frontale, corniciato da un largo listello e da una modanatura a gola e su una superficie consunta, che rende difficile la lettura del testo, compare l'iscrizione funeraria. Scrittura capitale quadrata, con solco a sezione angolare, l'ultima lettera delle righe 2 e 10 è più piccola, compare una I longa nella riga 4 e si notano le legature PH nella riga 6 e ND nella riga 10; nella riga 1 (e nella parte perduta della 6) compare il segno > come C inversa
- OGGETTO lapide tombale
- AMBITO CULTURALE Produzione Italia Settentrionale
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Ducale
- INDIRIZZO Piazza Sordello, 40, Mantova (MN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Proveniente da Ostiglia (MN, I.G.M. F. 63 III SS) dalla locale chiesa di S. Lorenzo, la lapide passò nel XVII al conte Marcello Donati a Mantova, poi al marchese Francesco Gonzaga e nella seconda metà del XVIII sec. al Museo dell'Accademia (inv. 121). Infine, a seguito della Convenzione del 1915 tra Stato e Comune, fu trasferita nel Palazzo Ducale. Nel corso dei trasferimenti ne fu perso un frammento. La gens Statia, riportata nella presente iscrizione, è assai diffusa in Italia settentrionale, specialmente nell'area veneta (v.bibl. Ratti); per i cognomina, si nota che la madre e uno dei fratelli della committente hanno nomi di origine greco-orientale (per quanto quello maschile sia di dubbia lettura); la committente e l'altro fratello, oltre al conlinerto, presentano nomi latini. Icone è documentato in Cisalpina da altre due iscrizioni (v. bibl. CIL) ; Frequens è piuttosto raro (un solo caso: v. bibl. CIL), mentre modestus e Verecundus sono assai diffusi (v. bibl. CIL), il primo più spesso in ambiente servile e libertino. La lettura Phelleti che farebbe risalire ad un nominativo Phelles, sinora ignoto, è resa dubbia dalla consunzione della pietra. L'iscrizione ricorda i componenti di una famiglia di liberti, affrancati probabilmente dai due figli, maschio e femmina, di un Marcus Statius, il cui prenome doveva essersi trasmesso al figlio maschio e come di norma, ai liberti della figlia; il conliberto della committente, come spesso sottinteso dell'epiteto conliberto (v. bibl. Vitucci) potrebbe esserne stato anche il congiuge. Il segno più comune per l'indicazione dei centurioni, vale in questo caso (come altre volte, specialmente in area veneta), come C inversa. Le grandi dimensioni della stele, la regolare formazione dei nomi dei defunti, la tipologia delle lettere suggeriscono una datazione al I-II secolo d.C
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300075488
- NUMERO D'INVENTARIO Gen. 12161
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
- DATA DI COMPILAZIONE 1983
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2010
- ISCRIZIONI V(iva) f(ecit) / Statia(mulieris) l(iberta) Frequens/ sibi et/ Statiae M(arci) l(ibertae) Icone/ mat ri/ M(arco) Statio M(arci) l(iberto) Phelleti/ M(arco) sta tio (mulieris) l(iberto) Modesto/ fratribus/ et M(arco) S t atio/ Verecundo/ conl(i)bert(o) - a solchi - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0