stele funeraria, opera isolata - produzione Italia settentrionale (sec. II)

stele funeraria, 100 - 199

Stele funeraria in marmo bronzetto di Verona con dente di infissione e zoccolo di base omogeneamente spianati. Il lato destro è spianato a martellina, il sinistro appare al contrario solo sgrossato con una lievissima sporgenza. La stele appare integra sul lato frontale; il retro invece appare assotigliato obliquamente nel senso della lungheza, senza che sia possibile definie se si tratti della lavorazione originale o di esito di un successivo reimpiego. La superficie frontale al di sopra è ripartita in uno specchio epigrafico rettangolare incorniciato da un listello e da una modanatura a gola piuttosto piatta e da una timpano con spioventi e base decorati da una analoga modanatura; nel campo compare una maschera gorgonica. I triangoli recano incisi due acroteri a quarto di cerchio, in cui sono scolpite le lettere D(is) M(anibus). L'iscrizione è scolpita in caratteri capitali con solco a sezione angolare. si nota il nesso IE nella quarta riga, e lo sconfinamento dell'ultima lettera sulla cornice della riga successiva

  • OGGETTO stele funeraria
  • MATERIA E TECNICA marmo/ scultura
  • AMBITO CULTURALE Produzione Italia Settentrionale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Ducale
  • INDIRIZZO Piazza Sordello, 40, Mantova (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La stele funeraria fu rinvenuta nel 1805 a Mantova presso il lago nella zona di Belfiore (I.G.M. F. 62 II NO mm. 38/243) davanti alla porta Pradella. Successivamente fu portata al Museo dell'Accademia (inv. 138) e poi al Palazzo Ducale a seguito della convenzione del 1915 tra Stato italiano e Comune di Mantova. Il tipo di stele, frequente sopratutto dalla seconda metà del I sec. d.C., sia per le dimensioni che per l'appiattimento delle cornici, sembra riferibile al secolo successivo (v. bibl. Mansuelli); il "gorgoneion", pur privo dei serpenti, trova analogie stilistiche in quello della stele di Mamilia Auxanusa, datata all'età antoniana (v. bibl. Mansuelli). Lo stile dell'iscrizione, tenuto conto della presenza del tria nomina, priva della filiazione e dell'indicazione della tribù, contribuisce a confermare una datazione al II sec. d.C., senza però fornire elementi per una maggiore precisazione. La gens Cassia è assai diffusa in tutta la Cisalpina, mentre abbiamo qui l'unica testimonianza del cognomen Sallustia; si nota la menzione dell'origo del cognomen Altinas, da riferirsi alla città veneta di Altinum. Il gentilizio Aebutius sembra più frequente nell'area occidentale della Cisalpina (v. bibl. CIL) mentre più comune nella zona è il cognomen Marianus (v. bibl. CIL)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300075482
  • NUMERO D'INVENTARIO Gen. 12149
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
  • ISCRIZIONI Have Cassia/ Sallustia/ Altinas/ hic adquies/ cit L(ucius) Aebutius/ Marianus/ coiugi - lettere capitali - a solchi - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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