immagine clipeata

stele funeraria, (?) 1500 - (?) 1599

Della stele in marmo bronzetto di Verona resta la parte superiore, spezzata a circa metà dell'altezza presumibile e priva del coronamento. Al centro della lastra campeggia una nicchia emisferica, in cui rimane la sagoma di un ritratto presumibilmente maschile del tutto eraso a spuntatura. Il bordo della nicchia è decorato da una corona di alloro ornata al centro in alto (e probabilmente anche in basso) da una rosetta a quattro petali. Sotto la nicchia, su una superficie spianata a martellina, è scolpita l'iscrizione funeraria. La prima linea del testo è in scrittura capitale con solco a sezione angolare; le altre invece sono in caratteri corsiveggianti; si notano nella penultima e nell'utlima linea due I più alte, mentre nella terza compaiono le legature AM (memoriam) e VM (domum). Lettere moderne incise in basso a sinistra (per chi vede), accanto al clipeo. Le ultime tre righe dell'iscrizione sono danneggiate da profonde scheggiature e dalla frattura della stele. Il campo della superficie decorata e con l'iscrizione doveva essere incorniciato da un partito architettonico, o da modanature, ora erase; è probabile che dovesse trattarsi però di una struttura pseudo-portante, sull'architrave della quale poteva comparire il nome del defunto

  • OGGETTO stele funeraria
  • MATERIA E TECNICA marmo/ scultura
  • AMBITO CULTURALE Produzione Italia Settentrionale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Ducale
  • INDIRIZZO Piazza Sordello, 40, Mantova (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La stele funeraria, la cui origine probabilmente è Mantova (I.G.M. F. 62 II NO), fu riutilizzata nella chiesa mantovana di S. Agnese, successivamente nella seconda metà del XVIII sec. fu trasferita al Museo dell'Accademia e poi, a seguito della convenzione fra Stato Italiano e Comune di Mantova del 1915, giunse in Palazzo Ducale. Attualmente la stele è murata ad una delle pareti di un ambiente a piano terra del Castello di San Giorgio. Stele parallelepipede con imago clipeata al centro sono documentate specialmente nel settore orientale della Cisalpina: a Bergamo (R. Poggiani Keller, Il civico museo archeologico di Bergamo - guida breve, Bergamo s.d. p. 28 fig. 20, stele di Statis), a Brescello, nella stele dei Concordii (cfr. Mansuelli), a Brescia (cfr. Mansuelli), tutte riferibili alla particolare attività di un'officina forse bresciana che è stata collocata verso la seconda metà del I secolo d.C. (cfr. Mansuelli); sono ancora reperibili, sia pure con forme diverse (l'imago clipeata diventa acroterio) verso il Norico (cfr. Frova), dove trovano ampia diffusione. Dal punto di vista onomastico si nota l'assenza del cognomen nel nome del figlio del defunto; tale mancanza può essere però dovuta al fatto che il nome comparisse altrove completo. Raius è gentilizio piuttosto raro in Cisalpina: è documentato ad Aquileia (cfr. CIL) in iscrizioni di due donne. La parte di epigrafe in caratteri corsiveggianti è un carme in senari giambici (si noti al v. 2 lo iato in cesura); l'ultima riga, assai danneggiata, è stata integrata dal Buecheler (op. cit. in bibl.). Le caratteristiche paleografiche, in particolare la forma della E, ancora a tratti orizzontali, della L ben distinguibile dalla I e dalla T, a tratto solo leggermente inclinato, consentono di collocare l'iscrizione verso la fine del I secolo d.C. e gli inizi di quello successivo (cfr. Cagnat); il che si accorda con la probabile cronologia suggerita dalle caratteristiche stilistiche e tipologiche del monumento. Il tipo di busto infine, richiamandosi a quello in uso in età giulio-claudia (cfr. Scrinari, in EAA, II, p.299 s.v. Busto) o al più tardi flavia, se non è prodotto di un attardamento, potrebbe circoscrivere la cronologia entro il I secolo d.C. Il lato della lapide con l'antica iscrizione romana fu martellinata, molto probabilmente per favorire l'aggrappo alla parete della cappella di Sant'Agostino nella chiesa mantovana (scomparsa) di Sant'Agnese da cui appunto proviene la lastra. Questa era stata infatti reincisa sull'altro lato con l'iscrizione moderna (sec. XVI?), in belle lettere capitali, fatta eseguire in onore di Sant'Agostino, che protesse Mantova, portandola il 28 agosto 1393 (giorno a lui dedicato) alla vittoria militare a Governolo, contro le truppe di Gian Galeazzo Visconti (cfr. Amadei; L'Occaso; Donesmondi; Possevino)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300075039
  • NUMERO D'INVENTARIO Gen. 11416
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
  • ISCRIZIONI Sotto la nicchia - P(ublius) R(aius) f(ilius) fac(iendum) cur(avit)/ lege nunc viator nomen in titulo meum / memoriam habeto esse hancmortalem domum/ valete ad superos vivitis vitam optimam/ [si me sequimini: vix] si ego dum volui bene/ [---] - lettere capitali - a incisione - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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