ritratto di donna
La stele, in marmo bronzetto di Verona, dalla superificie spianata a martellina, è probabilmente priva della parte inferiore e appare ricomposta da tre frammenti, con integrazione al centro della nicchia e nelle parti adiacenti. La parte superiore è parallelepipeda. Il lato frontale presenta al centro una nicchia arcuata a sfondo concavo, corniciata da una modanatura a gola, in cui è scolpito un ritratto femminile di prospetto, a busto nudo resecato con taglio tondeggiante all'altezza delle spalle e dello sterno. Sotto la nicchia è scolpita l'iscrizione funeraria in caratteri capitali con solco a sezione angolare e interpunzioni a triangolo. Da rilevare infine varie abrasioni e spigoli smussati. Presumibilmente, a sinsitra per chi guarda, la largehzza della lastra fu ridotta
- OGGETTO stele funeraria
- AMBITO CULTURALE Produzione Italia Settentrionale
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Ducale
- INDIRIZZO Piazza Sordello, 40, Mantova (MN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE E' da ritenersi che Mantova (f. 62 II NO) sia il luogo di provenienza della presente stele. Già nota nel XV secolo, fu riempiegata presso l'antica porta della città vicino alle carceri, probabilmente nella zona denominata più tardi Stabbio, lungo la strada per il convento delle Terziarie di S. Ludovico, nel portone di un palazzo (poi del conte Bevilacqua). Trasferita dopo il 1772 presso i Gesuiti della chiesa suburbana degli Angeli, passò successivamente al museo dell'Accademia (inv. 101) e a seguito della convenzione fra Stato Italiano e Comune di Mantova del 1915, fu trasferita in Palazzo Ducale. La parte superstite dell'acconciatura si direbbe riferibile alla pettinatura adottata da Antonia minore, madre dell'imperatore Claudio. Nell'epigrafe si nota l'alternanza delle desinenze -ae/ -ai per il dativo, sintomo forse di un arcaismo più affettato che reale. Tipologicamente si nota l'identità di materiali e di composizione con la stele inv.gen. 12154 di questo stesso Museo, databile alla prima metà del I secolo d.C.; altre analogie tra i due pezzi sono ravvisabili nelle misure delle lettere dell'epigrafe, nella presenza di arcaismi, e nei busti. E' quindi assai probabile che anche questa stele sia da attribuire alla prima metà del I secolo d.C. e forse alla stessa officina della stele mantovana citata. Il gentilizio Cassius è particolarmente diffuso nella Cisalpina (cfr. Forcellini)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300075036
- NUMERO D'INVENTARIO Gen. 12160
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
- DATA DI COMPILAZIONE 1981
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2010
- ISCRIZIONI Cassiae L(uci) f(iliae) / Tertiai matri - a incisione - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0