Santi e beati domenicani

decorazione pittorica 1492 - 1497

Cupola emisferica divisa in trentadue spicchi nella fascia inferiore. Ciascun spicchio contiene alternativamente: nei sedici di minori dimensioni serie di cinque tondi ciechi sovrapposti con ghiera piatta in rilievo racchiudente fiore stilizzato; nei sedici di maggiori dimensioni, al centro serie di tondi aperti con ghiera piatta; sotto i tondi quindici santi e beati domenicani e una targa, sopra i tondi quattordici candelabre e duetarghe. Gli spicchi con tndi aperti sono incorniciati in modo variato e senza alcuna alternanza o simmetria, da sottili candelabre a girali, festoni pendenti, trofei con simboli della passione e vasi sagomati. I santi e beati domenicani e le candelabre sono incorniciati da semplici modanature profilate, sagomate in corrispondenza del lato sul tondo aperto. Al culmine della cupola, la zona attorno all'oculo del lanternino presenta una cornice con motivo a squame e tracce di una decorazione simile a quella della corona della fascia inferiore

  • OGGETTO decorazione pittorica
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ graffito
  • ATTRIBUZIONI Bramante Donato (scuola)
  • LOCALIZZAZIONE Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nonostante la tecnica compendiaria è possibile ricondurre i graffiti della cupola all'area lombarda dell'ultimo decennio del XV secolo, con una datazione fra il 1492 (anno di inizio della tribuna bramantesca) e il 1497, data di un documento di Ludovico il Moro nel quale il giorno 4 dicembre, l'allora duca di Milano, confermando le varie donazioni in favore dei domenicani in Santa Maria delle Grazie, cita espressamente i lavori eseguiti presso tale chiesa, compresa l'opera di Bramante. in particolare i graffiti sono riconducibili per fattura e stile alla cerchia bramantesca e di questo avviso sono Bora (1969), Suida (1953). Nessuno però si pronuncia a favore di un diretto intervento di Bramante, preferendo vedere una sua diretta sorveglianza ai lavori. Altri esempi lombardi di decorazione a graffito (saala capitolare dell'abbazia di Chiaravalle, portichetto della cascina Pozzonbelli, Santa Maria Nova ad Abbiategrasso, Santa Maria di Canepanova di Pavia e Palazzo Vimercati a Osnago) dimostrano una diffusa pratica e l'esistenza di esperte maestranze locali, ma in nessun caso finora appare così neta l'idea rinascimentale di utilizzare il graffito in funzione subrdinata alla chiarezza architettonica. Bramante esclude il colore tardo gotico che invade invece le pareti delle navate solariane della medesima chiesa, con lo scopo di animare e rilevare le superfici tramite il disegno e costituirepertanto un "prolungamento delle strutture costruite, una continuazione, una precisazione, un'aggettivazione" (Bruschi 1969)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300067250-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • DATA DI COMPILAZIONE 1984
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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