Santi monaci

dipinto post 1489 - ca 1499

Sull'arco sono raffigurati Santi monaci, di tre quarti, in tuniche scure, alcuni con le mani giunte, uno con un libro in mano, altri con il pastorale. Entro nicchie, a finta prospettiva, di colore rosato. Nella parte inferiore tondo con il nome del Santo

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • ATTRIBUZIONI Butinone Bernardino (1450 Ca./ 1510 Ca)
    Zenale Bernardino (1436/ 1526)
  • LOCALIZZAZIONE Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La cappella fu concessa verso il 1460 ad Ambrogio Grifi, protonotario apostolico e archiatra ducale, eminente personaggio della corte sforzesca (cfr. scheda n. 0300041435). Da un documento notarile citato dall'Aldrighi (1935), datato 1487, si apprende che questa cappella era stata fatta costruire da Giovanni da Bologna, che poi l'aveva sostituita con un'altra (cfr. 5° cappella a sinistra, di San Giovanni B.). Il Grifo si occupò personalmente della cappella. Infatti da una lettera ducale, datata 27 settembre 1489, si legge come nel 1487 avesse stipulato un contratto con "Magistro Vincentio de Papia", probabilmente Vincenzo Foppa, indirizzato ai rettori di Brescia, il quale però rinunciò all'impegno. Il Grifo si rivolse anche, il 3 marzo 1487, a "Magistri Johannis Jacobi, habitans in terra Modatiae". Il Puccinelli (1655) parla di 225 scudi d'oro per le pitture della cappella. La Confraternita della Misericordia, erede universale delle sostanze del Grifo, si rifiutò a lungo di pagare i 400 scudi "pro dote Lariarii" ed anche 25 scudi "in eo (Larario) pingendo insumptos". Questo indurrebbe a credere che alla morte del Grifo (1493) le pitture fossero finite. Sembra infatti che dopo il 1489 il Grifo si rivolse ai trevigliesi B. e Z., reduci dall'impresa decorativa delle Grazie a Milano. Quando nell'Ottocento i dipinti, occultati da una pesante scialbatura secentesca, furono scoperti, la firma dei due artisti era ancora leggibile ai piedi della cattedra di Ambrogio "opus Bernardini Butinoni et Bernardi Zenalis Trevilio" (Mongeri, 1872). Le storie sulle pareti maggiori, secondo un concetto compositivo che ricorda il ferrarese salone di Schifanoia, saggio di illumisionismo prospettico, presentano difficoltà nella distinzione delle diverse mani. Sembrerebbero tuttavia dello Zenale le quadrature architettoniche e nella parte figurata gli astanti di squadro più monumentale, per es. le floride dame sulla scalinata del giudizio. Le qualità cromatiche di queste pitture lasciano intendere il ruolo essenziale del colore nella pittura lombarda post-foppesca (Mazzini- Dell'Acqua)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300041420-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • DATA DI COMPILAZIONE 1977
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

BENI COMPONENTI

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