coltellaccio, opera isolata - manifattura indonesiana (prima metà XIX)
coltellaccio
ca 1801 - ca 1850
Impugnatura in legno di giunco con pomo sferico con crine di cavallo o capelli. Un piccolo dischetto ligneo assolve al ruolo di elsa. La lama, curva in un grezzo acciaio damasco terminante tronca, è caratterizzata da una decorazione centrale ottenuta tramite il ripiegamento delle lamine d’acciaio che la costituiscono, alternando acciaio dolce a quello ad alto tenore di carbonio
- OGGETTO coltellaccio
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MATERIA E TECNICA
crine
ACCIAIO
giunco
- AMBITO CULTURALE Manifattura Indonesiana
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Musei Reali - Armeria Reale
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
- INDIRIZZO piazzetta Reale, 1, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il klewang o kelewang è un tipo di coltellaccio/machete adoperato in Indonesia e Malesia. Il suo utilizzo poteva essere bellico o rituale. Nel primo caso venne adoperato efficacemente nella guerra di Aceh contro le truppe olandesi armate di sciabola. Successivamente anche gli stessi olandesi decisero di creare un proprio klewang, maggiormente efficacie per gli usi che se ne potevano fare nella giungla rispetto alle sciabole tradizionali europee ma anche alle armi da fuoco, dato l’elevato grado di umidità. Tutt’oggi essa ha un uso cerimoniale presso il reggimento van Heutsz del Royal Netherlands Army. L’arma adoprata dalle popolazioni locali, poteva acquisire anche una valenza rituale simbolica. Così il pomo di quest’arma, secondo quanto riportato da Angelucci, parrebbe essere costituito oltre che da legno di giungo, dai capelli degli uomini uccisi dal proprietario, al fine di infondergli la forza dei nemici. Il viaggiatore Carlo Vidua nacque a Casale Monferrato nel 1785. Nel 1818 intraprese il primo di una lunga serie di viaggi internazionali, toccando in questo caso, Lapponia, Russia, Turchia ed Egitto. Negli anni a seguire giungerà in quasi tutti i continenti passando dagli Stati Uniti a Capo Verde, da Singapore a Canton. Nel suo Ultimo viaggio in Nuova Guinea, nel 1830, si ammalò di una cosiddetta “febbre gastrica” che nel giro di pochi mesi lo condurrà alla morte presso l’isola di Ambon in Indonesia. Negli anni successivi la sua salma e la sua raccolta di oggetti ritornarono in patria e vennero consegnati alla Reale Accademia delle Scienze di Torino. Nel 1839 l’Accademia ne farà dono al sovrano Carlo Alberto di Savoia per arricchire la nascente Armeria Reale. Sfortunatamente non tutti gli armamenti della collezione Vidua sono riconoscibili tramite gli inventari di Seyssel e di Angelucci. Si deve merito allo studioso Giorno Dondi che con grande solerzia e competenza nel 1980 identificò la maggior parte di queste armi e ne diede alle stampe l’elenco
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100452735
- NUMERO D'INVENTARIO G.368
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali-Armeria Reale
- ENTE SCHEDATORE Musei Reali-Armeria Reale
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0