San Nicola di Bari

icona

Icona votiva a trittico riccamente decorata con motivi geometrici e floreali, oggetto liturgico ampiamente usato nella religione cristiana russa ortodossa. L'icona è dedicata a San Nicola Taumaturgo di Bari e sulla sommità presenta una croce ortodossa russa

  • OGGETTO icona
  • MATERIA E TECNICA legno/ intaglio/ pittura
    METALLO
  • AMBITO CULTURALE Ambito Cristiano Russo Ortodosso
  • LOCALIZZAZIONE Castello di Racconigi
  • INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Le icone votive sono una parte molto importante della vita spirituale dei fedeli cristiani russi ortodossi. Poste principalmente nei luoghi liturgici, si possono trovare anche nelle case di privati, generalmente in formati più piccoli rispetto a quelle presenti nei templi. Nel mondo slavo si ritiene che la contemplazione delle icone abbia un valore salvifico equivalente a quello della lettura delle Sacre Scritture. Di fronte ad esse si prega, si accendono candele e lampade e si chiede l’intercessione dei santi. A livello iconografico le raffigurazioni cristiane ortodosse dimostrano uno stretto legame con la fede apostolica delle origini e i canoni figurativi che le contraddistinguono vennero fissate già durante il concilio di Nicea, nel IX secolo. Realizzate con una tecnica particolare, atta a non far piegare la tavola di legno su cui sono dipinte, le icone sono generalmente in formato rettangolare, con una singola immagine frontale su sfondo piatto. Nonostante questo sia il modello prevalente, non è raro trovare icone a trittico, come nel caso della presente opera, o in altre forme. Il soggetto principale, a cui è dedicata l’icona, è San Nicola taumaturgo, uno tra i santi più amati in Russia. In Italia è venerato in particolare a Bari, dove sono conservate le sue reliquie. Nato a Patara, in Licia nel 280 d.C., Nicola divenne vescovo di Myra nel 300. Il culto del santo raggiunse l’apice in Europa all’ inizio del XII sec., dopo la traslazione dei suoi resti funebri a Bari. La devozione si diffuse soprattutto in Russia, dove gli vennero consacrate numerose chiese. A San Nicola sono legate molte leggende e vicende miracolose. Tra le più popolari c’è quella secondo la quale egli avrebbe donato tre sacchetti d’oro a un uomo tanto povero da essere pronto a fare delle figlie delle prostitute per sopravvivere. Da questa vicenda deriverebbe la tradizione dei doni di Natale, portati appunto da San Nicola. Considerato protettore dei marinai, per via dei miracoli che avrebbe compiuto salvando molti uomini dal naufragio e dall’annegamento, San Nicola agisce spesso da tramite diretto tra Dio e il popolo, nonché come ausiliatore. La rappresentazione iconografica, caratterizzata da una profonda austerità, ricorda le sembianze tipiche dei sacerdoti russi, dei quali rispecchia i caratteri di zelo e pietà. Come frequentemente accade nell’arte ecclesiastica russa ortodossa, le fattezze del santo sono spiccatamente sproporzionate. La fronte alta e la testa pronunciata si associano ad un volto magro e minuto. Tale rappresentazione si rifà allo stile tradizionale delle icone che prevede un uso simbolico delle proporzioni: lungi dall’essere naturali, le grandezze e i volumi sono modificati in base al valore delle persone o delle cose raffigurate. Accentuare certe parti del corpo o certe componenti di un oggetto equivale a dar loro più importanza e a sottolinearne le qualità. In questo caso San Nicola è rappresentato con la fronte molto alta e la testa di dimensioni considerevoli per porre un accento simbolico sulla sua intelligenza e forza di spirito. San Nicola Taumaturgo è qui raffigurato secondo la tradizionale iconografia russa ortodossa. È riconoscibile per la fronte alta e solcata da profonde rughe, l’incipiente calvizie, il viso molto magro, la barba folta, gli occhi ravvicinati e lo sguardo fisso. Il santo indossa i paramenti vescovili e nella mano sinistra regge il Vangelo chiuso. Fra la mano e il libro si trova frapposto un panno, segno di rispetto verso gli oggetti sacri. Con la mano destra compie un gesto di benedizione. Siccome in questo caso in santo è rappresentato senza la mitra, si tratta del cosiddetto San Nicola d’estate, contrapposto al San Nicola d’inverno che invece indossa appunto il paramento liturgico. Come deducibile dall’iscrizione riportata sul pannello centrale dell’icona, l’opera fu un dono di matrimonio per il Principe Umberto II di Savoia e Maria Josè del Belgio da parte del Principe Nikolaj Davidovič Ževachov. Esponente della famiglia georgiana Džavachišvili, Ževachov, nacque a Linovica nel 1874 e morì a Vienna nel 1947. Laureato in giurisprudenza, prestò servizio nell’amministrazione imperiale russa sin dal 1902. Nel 1910, al comando dell’Imperial Società Ortodossa di Palestina, Ževachov ottenne l’incarico di individuare un sito nella città di Bari su cui costruire un tempio dedicato a San Nicola. La posa della prima pietra dell’edificio avvenne nel 1913. Le nozze reali si celebrarono l’8 gennaio del 1930, data riportata sull’iscrizione dedicatoria, e per l’occasione numerosi dignitari, diplomatici e delegati di varie istituzioni si recarono a Roma per rendere omaggio agli sposi. Tra questi dovette esserci anche il principe Ževachov, presente appunto in quanto rappresentante per l’Italia della dell’Imperial Società Ortodossa di Palestina. L'opera fa attualmente parte di un corpus di oggetti ricevuti in omaggio dai membri della famiglia reale di Savoia durante i loro viaggi, o offerti da delegazioni diplomatiche. La consolidata tradizione di scambiarsi doni diplomatici tra monarchi, autorità religiose e capi di Stato è attestata sin dai tempi dell’antico Egitto e tutt’oggi risponde allo scopo di favorire, assicurare e mantenere buoni rapporti tra le parti. I doni, che assumono un valore, oltre che monetario, anche spiccatamente simbolico, sono spesso scelti in quanto rappresentanti l’essenza della Nazione o dell'istituzione religiosa che li offre. Si tratta infatti sovente di opere di artigianato, esempi di abilità manifatturiera, beni di lusso e artefatti di importanza storica realizzati con materiali locali. Attraverso l’esibizione di tali doni i dignitari promuovono la propria cultura e la propria patria ai livelli più alti delle pubbliche relazioni
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100450840
  • NUMERO D'INVENTARIO R 7676
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
  • ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
  • DATA DI COMPILAZIONE 2022
  • ISCRIZIONI Lato esterno, parte superiore, sull'anta destra e sull'anta sinistra - U M (Iniziali di Umberto e Maria) - alfabeto cirillico arcaico - a pennello - italiano
  • STEMMI Retro, pannello centrale, posizione centrale - nobiliare - Stemma - Stemma della famiglia dei principi georgiani Džavachišvili - Due leoni rampanti che sostengono uno scudo quadripartito rosso e blu sormontato da un elmo ornato di svolazzi dei medesimi colori. Sopra l'elmo si trova l'aquila bicipite. Il tutto posto sotto un padiglione di porpora bardato d'un gallone e frangiato d'oro, soppannato d'ermellino. Il padiglione è cimato da una corona
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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