Il patrocinio di San Giuseppe e l'Immacolata Concezione con Gesù Bambino
dipinto,
ca 1698 - ca 1699
Daniel Seiter (attribuito)
1640/1705
Grande pala d'altare di grandi dimensioni e di formato rettangolare raffigurante il patrocinio di San Giuseppe, a sinistra, all'Immacolata Concezione nella consueta iconografia su falce di Luna, con il Bambino in braccio. Figure angeliche sullo sfondo; profilo di città in basso a sinistra
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Daniel Seiter (attribuito)
- LOCALIZZAZIONE casa privata
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Nel dipinto in oggetto va riconosciuta la pala commissionata dal Consiglio della città di Torino e dalla locale comunità delle monache carmelitane nel 1698, in correlazione all'elevazione di San Giuseppe al ruolo di compatrono della capitale sabauda. L'esecuzione del dipinto è da porre in relazione con la fine delle ostilità tra il Piemonte e la Francia nel 1696, e con il conseguente riconoscimento di San Giuseppe quale intercessore per le positive sorti della città. Dalle delibere del Consiglio del Comune di Torino del 1698-1699 (Archivio Storico del Comune di Torino, Ordinati, CCXXVII, ff. 153rv, 159r) apprendiamo i dettagli relativi alla commissione e al buon esito dell'esecuzione dell’opera che fu realizzata a Roma dal pittore Daniel Seiter, e successivamente spedita a Torino dove fu esposta nel Palazzo di Città e valutata dai committenti, prima di essere spostata nella chiesa di Santa Cristina (Archivio Storico del Comune di Torino, Ordinati, CCXXIX, ff. 173-175). Alle spalle della commissione vi erano personalità di spicco della corte sabauda come il marchese Carlo Francesco Morozzo e il conte Nicolò Ponte di Lombriasco, nonché Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours, Madama Reale, protettrice del monastero delle Carmelitane. Le stesse monache ebbero probabilmente un ruolo attivo nella scelta del pittore che vantava buoni rapporti con l’ordine per il quale aveva realizzato nel 1688 tre dipinti per la cappella dedicata a San Giuseppe nella chiesa della Madonna della Scala dei carmelitani scalzi di Roma. L’attribuzione, già suggerita nel 1993 da Cristina Mossetti su indicazione di Giovanni Romano (Mossetti 1993, pp. 332-334), sulla base della corrispondenza iconografica del soggetto con la descrizione del dipinto fornita dalle fonti sei-settecentesche è stata definitivamente confermata dalla ricerca documentaria. Non si conoscono le circostanze dello spostamento della tela dalla sua collocazione originaria
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100448492
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
- DATA DI COMPILAZIONE 2022
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0