Gloria di San Giovanni di Dio
dipinto,
ca 1630 - ca 1660
Melchiorre Gherardini (attribuito)
1607/1668
Dipinto di grande dimensioni privo di cornice e rintelato, realizzato con pittura a olio su tela. Raffigura San Giovanni di Dio religioso spagnolo di origine portoghese, fondatore dell'Ordine Ospedaliero dei Fatebenefratelli, in gloria circondato da angeli
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Melchiorre Gherardini (attribuito)
- LOCALIZZAZIONE casa privata
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La tela è stata riconosciuta con il dipinto originariamente collocato sull'altare intitolato a San Giovanni di Dio nella chiesa distrutta di Santa Maria Aracoeli di Milano, annessa all’Ospedale Fatebenefratelli e ricordata dalla guida delle città redatta nel 1674 da Carlo Torre (1674, p. 265). L’opera, tradizionalmente attribuita al pittore Riccardo Taurino sulla base della guida del Torre e delle successive guide ottocentesche che ne ripetevano l’attribuzione, è stata correttamente ricondotta da Federico Cavalieri a Melchiorre Gherardini, uno dei protagonisti della bottega di Giovan Battista Crespi, detto il Cerano. Il legame con il maestro ebbe inizio nella fase giovanile del pittore e si mantenne vivo nel tempo. Alla morte del Crespi sarà proprio l'allievo a rilevarne l'attività portando a compimento molte commissioni rimaste interrotte. L'attribuzione del dipinto alla sua personalità risulta pertinente soprattutto pensando alla fase più tarda del suo percorso artistico quando alle propensioni ceranesche si aggiunse l'interesse per la pittura di Carlo Francesco Nuvolone e di Storer (Cavalieri 2005, pp. 33-45). L’originaria collocazione dell’opera nella chiesa milanese trova riscontro anche in un disegno ottocentesco di Giacomo Moraglia realizzato in occasione dei restauri condotti nella seconda cappella di destra, quella intitolata al santo (Spiriti 1992, pp. 44-45). La chiesa venne distrutta tra il 1936 e il 1937 e il suo patrimonio figurativo in parte spostato nei locali dell'Ospedale. Nulla è dato sapere sulle sorti del dipinto la cui unica testimonianza si ritrova in una fotografia della Fondazione Zeri dove l’opera figura con la stessa, forse originaria, cornice del disegno ottocentesco
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100448483
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
- DATA DI COMPILAZIONE 2022
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0