La Città che riceve dalla Fama i simboli della Pace e del Commercio
bassorilievo,
Collino Filippo (attribuito)
1737 ca./ 1800
Collino Ignazio (attribuito)
1724/ 1793
Il tondo vede in primo piano, seduta su un capitello, l’Allegoria della Città, identificabile dalla corona muraria; in piedi, davanti a lei, l’Allegoria della Fama che le porge un ramoscello d’ulivo, simbolo della Pace, e il caduceo, simbolo del Commercio. Sullo sfondo si può scorgere un edificio che ricorda il Pantheon romano e al centro un albero affacciarsi dalle mura di un’altra struttura
- OGGETTO bassorilievo
-
ATTRIBUZIONI
Collino Filippo (attribuito)
Collino Ignazio (attribuito)
- LOCALIZZAZIONE Museo di arti decorative Accorsi-Ometto
- INDIRIZZO Via Po, 55, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L’opera qui presa in considerazione, realizzata presumibilmente da Ignazio o da Filippo Collino, databile intorno alla seconda metà del Settecento, richiama uno dei quattro rilievi ovali, destinati ad arredare i camini dell’Armeria Reale, terminati e consegnati nel 1767, rappresentante lo stesso soggetto. I due artisti sono originari di Torino, il primo nacque nel 1724, del secondo invece non si ha una precisa data di nascita. Ignazio inizia a lavorare, intorno ai quattordici anni, presso lo scultore Giovanni Damè e nel 1743 inizia a frequentare la scuola del cavalier Beaumont. Nel 1748 Alessandro Albani comunicò al marchese di Gorzegno, segretario di stato per gli Affari Esteri sabaudo, la notizia del suo arrivo a Roma per perfezionarsi nell’arte della scultura. È plausibile che anche la formazione del giovane fratello, Filippo Collino, passò attraverso lo studio nell’Urbe e quindi attraverso la copia dell’antico. Tra il 1760 e il 1763 i due fratelli vengono ammessi all’Accademia di San Luca. La loro presenza sulla scena artistica romana consentì loro un diretto contatto con i principali artisti attivi nella città tra il 1760 e il 1767. Gli anni tra il 1758 e il 1767 furono di grande attività per i fratelli, impegnati nella realizzazione delle opere per la Galleria Beaumont. Nei quattro rilievi ovali scolpiti per le pareti della galleria, i cui modelli e disegni preparatori erano stati spediti a Torino tra l’aprile e il maggio 1763, si registra una mirata sensibilità per il nuovo classicismo. L’ovale della Fondazione Accorsi-Ometto, se confrontato con l’opera in Armeria Reale, al di là dell’utilizzo di un materiale diverso, cioè lo stucco, sviluppa una sensibilità minore nella trattazione della superficie, riscontrabile nel modellamento dei panneggi, nei visi poco definiti, nella scena dello sfondo, che sembra essere leggermente abbozzata a differenza dei contrasti tra altorilievo e bassorilievo del manufatto marmoreo. Grazie all’aiuto di Luca Mana, responsabile delle collezioni presso la Fondazione Accorsi-Ometto, è stato possibile identificare un altro ciclo di ovali, molti vicini a quelli presenti in Armeria Reale, presso il Castello dei Conti di Viale vicino ad Asti. I tondi, in stucco, dipinti di grigio scuro, ricordano le scene di Marte e Minerva e Minerva che fa iscrivere dall’Istoria i fatti gloriosi de’ Sabaudi eroi. Sicuramente molto lontani dalle rappresentazioni marmoree dell’Armeria Reale, ma apparentemente accostabili al tondo in stucco torinese per la resa frammentaria della composizione
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100408559
- NUMERO D'INVENTARIO Sc 10
- ENTE SCHEDATORE Museo di Arti Decorative Accorsi - Ometto
- DATA DI COMPILAZIONE 2018
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0