Allegoria dell'Autunno

Scultura,

Il gruppo è composto da tre figure intente a spartirsi dei grappoli d’uva alludendo alla stagione autunnale. Al centro, in piedi, un putto femminile, dai capelli acconciati e cadenti sulla spalla, porge alcuni grappoli alla figura seduta, con le gambe a penzoloni e la bocca colma di acini. Alla sinistra della puttina, un altro intento a togliere dalla mano quello che rimane di un grappolo. L’intera scena è contornata da un ampio manto che avvolge i tre personaggi, restituendo unità e interezza all’episodio

  • OGGETTO Scultura
  • ATTRIBUZIONI Ladatte Francesco (attribuito)
  • LOCALIZZAZIONE Museo di arti decorative Accorsi-Ometto
  • INDIRIZZO Via Po, 55, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L’opera, che fa parte della collezione della Fondazione Accorsi-Ometto, è stata modellata da Francesco Ladatte. Nato a Torino nel 1706, figlio del capo cocchiere del principe Vittorio Amedeo di Savoia-Carignano, nel 1718 seguì il padre a Parigi, dove partecipò ai concorsi dell’Académie, vincendo due premi nel 1728 nel 1729. L’attività matura dell’artista, dopo un percorso di formazione internazionale vissuto tra Parigi e Roma e per la maggior parte condiviso con l’amico Carle Vanloo, si concretizza in due periodi: da una parte il grande pubblico dei Salons e il mondo accademico nella Parigi degli anni trenta e quaranta del Settecento; dall’altra il riferimento alla sola figura del sovrano nella funzione di regio scultore in bronzi esercitata dal 1745 a Torino da Carlo Emanuele III. La lavorazione di differenti materiali lo porta a prediligere la terracotta, ne sono infatti testimonianza le innumerevoli sculture presentate tra il 1737 e il 1743. L’artista orientò il gusto figurativo torinese, in scultura come in pittura, suggerendo una linea di produzione che influenzò importanti opere commissionate dal re e ad altri artisti. Il suo insegnamento si rivelò determinante per la formazione degli scultori della successiva generazione, i fratelli Ignazio e Filippo Collino e Giovanni Battista Bernero, mentre la produzione di soggetti di genere, favoriti dal gusto contemporaneo, aprì la strada anche in Piemonte a nuove forme di collezionismo. Infatti il gran numero di repliche e varianti dei piccoli gruppi in terracotta dei giochi di putti allusivi alle Stagioni o agli Elementi, ritenuti dei modelletti relativi all’impresa dei piombi fusi per i giardini reali nel 1745-1747, sottolinea una predilezione specifica per un genere esemplare del gusto del Settecento che a Torino, grazie a Ladatte, finì per sollecitare la fioritura di un fenomeno selettivo di collezionismo delle terrecotte, orientato da un naturalismo gentile e condotto nel segno della morbidezza. Un confronto diretto con le due allegorie sono quelle presenti nelle collezioni del Museo Civico di Torino (Giochi di putti per simboleggiare l’Aria e il Fuoco) e della Galleria Sabauda (Giochi di putti per simboleggiare l’Acqua e la Terra), quest’ultimi infatti si presentano con torsioni scherzose e un modellato morbido, a differenza dei corpi di alcuni puttini, stanti e rigidi come quelli della Fondazione Accorsi-Ometto. Sicuramente quest’ultimi sono da attribuire allo scultore torinese, in particolare per la posizione di una figura semisdraiata nel gruppo dell’Inverno, che trova stretto riscontro con le opere presenti nelle collezioni civiche torinesi, oppure per le teste di bambini fortemente caratterizzate. Riguardo la loro provenienza le uniche notizie al riguardo sono la loro appartenenza alla collezione di un importante storico dell’arte francese, che in una lettera spedita all’allora direttrice del Museo Civico di Torino, Silvana Pettenati, sosteneva già un’attribuzione allo scultore torinese. Presenti in passato in Francia, non si ha certezza della loro produzione nella capitale subalpina, dove lo scultore si trasferì da Parigi nel 1744, anno dopo il quale realizzò il Ratto di Proserpina in terracotta del Museo Civico di Torino, che con le sculture qui analizzate condivide il dettaglio tecnico di presentare il retro completamente cavo
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100408557
  • NUMERO D'INVENTARIO Sc 21-2
  • ENTE SCHEDATORE Museo di Arti Decorative Accorsi - Ometto
  • DATA DI COMPILAZIONE 2018
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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