Ritratto di Olimpia
bassorilievo
L'opera rappresenta un ritratto di profilo femminile. Il personaggio ha i capelli raccolti ed ornati da un diadema con foglie di alloro. Il busto, che trova posto su uno sfondo grigio, è un unicum con la cornice dorata alla cui sommità è presente una cimasa in cartapesta
- OGGETTO bassorilievo
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MATERIA E TECNICA
gesso/ doratura
gesso/ pittura
gesso/ scultura
- AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
- LOCALIZZAZIONE Museo di arti decorative Accorsi-Ometto
- INDIRIZZO Via Po, 55, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Grazie alle testimonianze, presenti nell'archivio fotografico della Fondazione Accorsi-Ometto, è possibile risalire al medaglione, datato intorno alla fine del XVIII secolo, raffigurante il ritratto di Olimpia. Un confronto pertinente con quest’ultimo risultano essere i due medaglioni, rappresentanti Alessandro e Olimpia, presenti nell’Appartamento dei Principi al secondo piano di Palazzo Reale, eseguiti a Roma nel 1756 da Filippo Collino. Risultano essere i soli oggetti noti di questo tipo di produzione colliniana di cui sono documentati altri due esemplari, datati intorno al 1883. Le copiose riproduzioni confermano la connotazione didascalica mantenuta nel tempo da questi oggetti, soprattutto nel continuo ritrovamento di copie, come ad esempio quelle eseguite in scagliola, su modello di Palazzo Reale, per la villa Il Capriglio presso Sassi. L’opera, in gesso e in cartapesta, presente presso il museo di arti decorative Accorsi-Ometto, offre la possibilità di verificare quali fossero le tendenze di gusto sul finire del Settecento. A questo proposito, sul finire degli anni ottanta i due profili in ovale scolpiti da Collino diventano modelli emblematici della promozione qualitativa piemontese. Nel catalogo della mostra “L’Antiquité rêvee” (a cura di G. Faoult; vedi bibliografia) in particolare nella scheda di Guilhem Scherf vengono presi in considerazione due bassorilievi in marmo, facenti parte della collezione del Palais Royal de La Granja de San Ildefonso a Ségovie, rappresentanti gli stessi soggetti iconografici, Alessandro e Olimpia. Le due opere sono state studiare da Francesco Caglioti che ha riconosciuto nell’Olimpia un originale di Desiderio da Settignano, a differenza invece di quello raffigurante Alessandro che fu realizzato solo nel corso del XVIII secolo, presumibilmente per creare un pendant al primo. Il rilievo di Desiderio, allora ritenuto un marmo classico (‘escuela griega’) venne donato nel 1738 a Isabella regina di Spagna dal cardinale Luis Antonio de Belluga y Moncada che aveva soggiornato lungamente a Roma. Di conseguenza le due realizzazioni di Collino trovano un confronto diretto con l’Olimpia, mentre Alessandro è stato realizzato su un prototipo antico diverso da quello realizzato dallo scultore torinese
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100408551
- NUMERO D'INVENTARIO Sc 42-1
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
- ENTE SCHEDATORE Museo di Arti Decorative Accorsi - Ometto
- DATA DI COMPILAZIONE 2018
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0