Venere e Adone. Venere e Adone

stampa controfondata smarginata di traduzione, 1638 - 1638
Simon Vouet (parigi, 1590 - 1649)
Parigi, 1590 - 1649

Personaggi: Venere; Adone. Figure: amorini. Attributi: (ADONE) calzari; lancia. Abbigliamento: panneggio. Animali: cani; colombe. Paesaggio: colline. Minerali: roccia. Piante: alberi; edera. Paesaggio. Fenomeni naturali: nuvole. Cornice ovale

  • OGGETTO stampa controfondata smarginata di traduzione
  • MATERIA E TECNICA carta/ acquaforte/ bulino
  • ATTRIBUZIONI Simon Vouet (parigi, 1590 - 1649): inventore
    Dorigny Michel (1616/ 1665): incisore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Raccolta Stampe e Disegni
  • LOCALIZZAZIONE Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino
  • INDIRIZZO piazza Carlo Alberto, 3, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L’incisione, realizzata da Michel Dorigny e datata 1638, rappresentante “Venere e Adone”, orizzontale in cornice ovale, richiama altre due stampe di mano di Dorigny del medesimo anno, quella che sembra un pendant “Venere e Marte”, e una “Diana a riposo” (Herman 2008, p. 223). Secondo Thuillier (1990, p. 124) i due ovali raffiguranti gli amori di Venere, restano le rare traduzioni in controparte della decorazione pittorica della volta della galleria del Castello di Chilly, compiuta da Vouet tra il 1630 e il 1633 circa, su commissione di Antoine Coiffier de Ruzé, marchese d’Effiat e sono tra le prime prove commissionate da Vouet al giovane collaboratore Dorigny, perciò “conservano una finezza poetica che è caratteristica dell’acquaforte «di pittore»” (si veda scheda 46). Crelly (1962, p. 253) rilevava l’esistenza di un olio su tela presente nelle collezioni dell’Ermitage presentandolo come una composizione con varianti dell’incisione. Serebriannaja (1992, pp. 81-82) riporta le vicende collezionistiche dell’opera pittorica identificata per anni come l’originale vouettiano, passata dalla collezione parigina Crozat e acquisita nel 1772 dall’Ermitage, e così riportata nei cataloghi successivi. Nel 1957 sarà Charles Sterling a rilevarne la secchezza riconoscendola quale copia e attribuendola definitivamente all’atelier di Vouet. A parere della storica un’altra opera presente nel catalogo di vendita della collezione del principe De Conti nel 1777 potrebbe essere l’originale perduto. L’incisione fa parte di un album denominato “Scuola Francese Vouet Simone”, e risulta incollata sul medesimo foglio del pendant Venere e Marte inciso da Dorigny nel 1638. Per mancanza di documenti non si conosce la collocazione precedente e la modalità di acquisizione da parte delle collezioni reali (poi Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino) delle incisioni raccolte. Nel 1861 il conoscitore Giovanni Volpato, allora impegnato nel riordino delle collezioni grafiche dell’Accademia Albertina, viene chiamato a lavorare simultaneamente al fondo della Biblioteca Nazionale costituendo, sia per estensione sia per qualità, un nucleo rappresentativo della grande tradizione artistica italiana e straniera. Non è ancora stato possibile definire il lavoro di riordino nonostante si supponga che Volpato operò realizzando 52 album (Giovannini Luca, 2016). Unico documento che attesta la presenza degli album alla fine del 1800 è l’inventario redatto da Alessandro Baudi di Vesme (Antichi inventari 84). Oggi alcuni album, come quello preso in esame, restano testimonianza della collazione di incisioni realizzata da Volpato, molti altri dal 1970 vennero restaurati e smembrati, le incisioni sciolte vennero inserite in passepartout idonei alla conservazione, perdendone purtroppo l’integrità
  • TIPOLOGIA SCHEDA Stampe
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100408117
  • ENTE SCHEDATORE Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino
  • DATA DI COMPILAZIONE 2018
  • ISCRIZIONI in basso negli angoli - S[imon] Voüet pinxit / Cu[m] privil[egium] // M[ichel] Dorigny scul[psit] / Parisi 1638 - Dorigny Michel - a incisione - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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