Bacco

statua 1843 - 1843

Statua su piedistallo, collocata entro nicchia semicircolare, raffigurante un giovane seminudo a figura intera, la testa volta a sinistra, tra i capelli pampini e grappoli d'uva, appoggiato ad un tronco sopra il quale è incisa la firma dell'artefice e la data di esecuzione. Indossa un paio di sandali alla romana e tiene nella mano destra una caraffa

  • OGGETTO statua
  • MATERIA E TECNICA marmo bianco/ scultura
  • ATTRIBUZIONI Canigia Carlo (1802/ 1852): scultore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
  • INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La ristrutturazione ed ampliamento del Castello, voluto dal re Carlo Alberto, portò nel 1834 all'abbattimento di una parete divisoria tra le due stanze ad est del Salone centrale per ricreare un unico grande e scenografico ambiente. La sala da pranzo, così definita da Pelagio Palagi, presenta temi iconografici legati al ciclo delle stagioni, all'abbondanza ed alla fertilità, ampiamente usati in età classica per decorare gli ambienti destinati ai banchetti. In questo complesso piano iconografico si colloca la statua di Bacco, realizzata dallo scultore Carlo Canigia nel 1843. L'artista raffigura un Bacco giovane, dal volto efebico, il ventre molle, quasi femmineo nelle forme. Siamo lontani dall'ebbrezza, dalla lascivia, dalla seduzione con cui spesso il dio viene ritratto, soprattutto nelle opere di Cinque e Seicento, sia di statuaria (il Bacco di Michelangelo del Bargello) che di pittura (il Bacco giovane di Caravaggio). Il rimando dunque è più al vino ed alla vendemmia (la caraffa; i grappoli d'uva tra i capelli) rispetto al piacere dei sensi e al divertimento. L' opera è firmata da Carlo Canigia sul tronco, accanto alla data di realizzazione (1843). L'artista fa parte, come gli altri scultori presenti nella sala, di un gruppo di artisti piemontesi trasferitisi a Roma per studiare sotto la guida di maestri già affermati, come Thorwaldsen, Canova, Finelli. Originario di Alessandria, dove nasce nel 1802, Canigia si dedica allo studio dell'arte grazie all'interessamento del padrino e protettore, il marchese Carlo Inviziati, che lo conduce con sé a Roma, dove lavorerà per tutta la vita, fino al 19 agosto 1852. Nel 1827 la sua bravura è già nota presso la corte sabauda, e in particolare del Re Carlo Felice, che gli elargisce una somma di incoraggiamento per proseguire gli studi. Due anni più tardi, nel 1829, vincerà il concorso indetto dall'Accademia di Belle Arti di Torino per la pensione di studio a Roma. Dopo un soggiorno a Madrid, avvenuto negli anni Trenta e che gli frutterà numerose commissioni, ritornerà a Roma. A partire dagli anni Quaranta la sua opera è documentata in Piemonte, dove è impegnato nella esecuzione di opere (principalmente busti) soprattutto per il castello di Agliè
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100404959
  • NUMERO D'INVENTARIO R 4901
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
  • ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
  • DATA DI COMPILAZIONE 2018
  • ISCRIZIONI lato destro - C. CANICIA FECE / ROMA 1843 - a incisione -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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