Pomona

statua, ca 1840 - ca 1846

Statua su piedistallo, collocata entro nicchia semicircolare, raffigurante una figura femminile. Reca nella mano destra una mela mentre sul lato sinistro, in una piega della veste, sono collocati vari frutti

  • OGGETTO statua
  • MATERIA E TECNICA marmo bianco/ scultura
  • ATTRIBUZIONI Gaggini, Giuseppe (1791/ 1867): scultore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
  • INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La ristrutturazione ed ampliamento del Castello, voluto dal re Carlo Alberto, portò nel 1834 all'abbattimento di una parete divisoria tra le due stanze ad est del Salone centrale per ricreare un unico grande e scenografico ambiente. La sala da pranzo, così definita da Pelagio Palagi, presenta temi iconografici legati al ciclo delle stagioni, all'abbondanza ed alla fertilità, ampiamente usati in età classica per decorare gli ambienti destinati ai banchetti. In questo complesso piano iconografico si colloca la statua di Pomona, realizzata certamente dallo scultore Giuseppe Gaggini intorno alla metà degli anni Quaranta dell'Ottoccento. La certezza della paternità dell'opera non è riscontrabile, come per le altre tre sculture della sala, da una firma apposta sulla statua; la fonte d'archivio, unita alla guida del castello del 1873 (pag. 36) e le successive pubblicazioni attribuiscono con certezza la scultura a Giuseppe Gaggini, apprezzato artista genovese che operò verso la metà dell'Ottocento presso la corte sabauda. È probabile che Gaggini, all'epoca già affermato scultore, nonché regio scultore e professore dell'Accademia Albertina, non sentisse la necessità di firmare l'opera, in quanto all'epoca fosse massimamente riconosciuta la sua arte (a tal proposito, l'autore della già citata guida al Castello, a pag. 36, sottolinea come l'opera fosse "la più bella statua della sala"). Lo scultore scelse di rappresentare la divinità romana dei frutti secondo le precisazioni delle principali fonti classiche, e cioè adorna di frutta, che tiene a mo' di cesta in una piega della veste. L'intera scultura rimanda, forse ancor più di tutte le altre, ad un classicismo "puro", che l'artista aveva desunto dal suo soggiorno a Roma presso Canova e Thorwaldsen, non ancora influenzato dalle suggestioni romantiche che in realtà permeano le sue opere successive al suo trasferimento a Torino, a partire dagli anni Trenta. Lo scultore sarà molto impegnato da Carlo Alberto nella ristrutturazione ed ampliamento del castello: per la dimora sabauda realizzerà due bassorilievi in scagliola con Gesta di Alessandro il Macedone e Trionfo di Paolo Emilio (che non furono però collocati, come previsto, nella sala del Trono); le statue di S. Ignazio e S. Francesco, per la cappella di S. Alberto; una statua dell'Immacolata, per l'arco gotico; l'altare per la cappella reale di Nostra Signora delle Grazie; la riproduzione in scala ridotta dei suoi Angeli nel duomo genovese, (opere tutte destinate al parco), nonché tutta una serie di opere minori, tra cui camini e consolles
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100404958
  • NUMERO D'INVENTARIO R 4900
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
  • ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
  • DATA DI COMPILAZIONE 2018
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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