Cerere

statua, 1845 - 1845

Statua su piedistallo, collocata entro nicchia semicircolare, raffigurante una figura femminile. Reca nella mano destra un falcetto dalla lama metallica mentre nella sinistra un fascio di spighe di grano nel cui mezzo germoglia un papavero. Il medesimo papavero è replicato sopra la testa. Sul lato destro del piedistallo è incisa la data e la firma dell'autore

  • OGGETTO statua
  • MATERIA E TECNICA marmo bianco/ scultura
    ACCIAIO
  • ATTRIBUZIONI Cauda Luigi (notizie 1845-1875): scultore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
  • INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La ristrutturazione ed ampliamento del Castello, voluto dal re Carlo Alberto, portò nel 1834 all'abbattimento di una parete divisoria tra le due stanze ad est del Salone centrale per ricreare un unico grande e scenografico ambiente. La sala da pranzo, così definita da Pelagio Palagi, presenta temi iconografici legati al ciclo delle stagioni, all'abbondanza ed alla fertilità, ampiamente usati in età classica per decorare gli ambienti destinati ai banchetti. In questo complesso piano iconografico si colloca la statua di Cerere, realizzata (e firmata) da Luigi Cauda nel 1845. Lo scultore scelse di rappresentare la divinità romana, generalmente indicata come la personificazione materna della terra e della fertilità, nonché nume tutelare dei raccolti, con un papavero in mano ed uno in testa. Questa particolare indicazione iconografica deriva dall'unione di due fonti letterarie: la prima e la più antica, gli Inni scritti da Callimaco nel III secolo a. C., in cui la dea è descritta con un papavero nella mano. La seconda è contenuta nei Fasti di Ovidio (libro IV), in cui Cerere si colloca un papavero sulla testa per poter prendere sonno. Questa particolare scelta iconografica rimanderebbe alla figura di Cerere come dea della nascita, poiché tutti i fiori, la frutta e gli esseri viventi erano ritenuti suoi doni. Dello scultore Luigi Cauda, artista torinese, si conosce la sua formazione presso l'Accademia Albertina, interrotta per compiere un periodo di perfezionamento a Parigi. Tra i suoi lavori certamente il più illustre è quello commisionatogli dal Comune di Torino nel 1858 per la realizzazione della statua di Carlo Alberto, per la facciata del Palazzo di Città. È interessante notare come l'iscrizione sul piedistallo della scultura indichi Roma come luogo di realizzazione: è probabile che Cauda facesse parte di quel nucleo di artisti piemontesi (tra cui troviamo Bogliani, autore del Vertumno accanto a questa statua, Gaggini, autore della Pomona, e Caniggia, autore del Bacco) che risiedettero a Roma per lavorare in bottega di artisti già affermati, quali Thorvaldsen o Finelli. È possibile che proprio a partire dal 1845 l'artista si fosse trasferito a Torino: a partire da tale data infatti egli è documentato anche presso la Promotrice torinese di Belle Arti, per la quale espone busti sia di marmo che di gesso
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100404957
  • NUMERO D'INVENTARIO R 4899
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
  • ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
  • DATA DI COMPILAZIONE 2018
  • ISCRIZIONI piedistallo, lato destro - L. CAUDA FECE / ROMA MDCCCXLV -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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